L’indice azionario europeo si è rimangiato tutti i
guadagni del 2012 ed è tornato a 2300 punti. Il trend è peggiorato e sotto 2200
si attendono nuovi scivoloni.
(Clicca per ingrandire) |
(Clicca per ingrandire) |
La forte dicotomia tra
il mercato azionario americano e quello europeo, piuttosto evidente negli
ultimi due anni, si è accentuata notevolmente a partire dal 2012. A fronte di
un apprezzamento dell’indice S&P500 di circa il 13% tra gennaio e aprile,
l’equity europeo è rimasto praticamente al palo, con l’Eurostoxx50 ancorato ai
valori di inizio anno, in area 2300 punti. Ecco che mentre i principali indici
azionari di oltre oceano hanno mantenuto saldamente il trend primario positivo,
lo scenario europeo presenta una situazione ben diversa: una fase neutra che si
perpetua ormai da tre anni, e che tende a peggiorare nel breve orizzonte
temporale. Con la recrudescenza della crisi spagnola, e le altre difficoltà che
caratterizzano le economie dei paesi europei, le quotazioni azionarie hanno
accusato un forte arretramento a partire dalla seconda metà di marzo. L’indice
Eurostoxx50 ha ceduto infatti circa il 14% passando da 2600 a 2240 punti,
interrompendo così il trend positivo che andava avanti dallo scorso settembre.
Questa netta battuta d’arresto era peraltro stata anticipata molto bene da
alcune divergenze negative rilevabili sul MACD e su altri indicatori leading, che
evidenziano adesso una situazione di forte ipervenduto. Molto significativo il
crossover della curva, dall’alto verso
il basso, sulla media mobile a 200 giorni passante per quota 2350, associato
alla serie di massimi decrescenti di breve periodo che vanno a determinare una
resistenza dinamica sullo stesso livello. Lo scenario è dunque negativo nel
breve periodo, più neutro nel medio e lungo orizzonte. La reazione a seguito
dell’eccesso di venduto potrebbe arrivare con il superamento dell’area 2350, e
in questo caso i corsi azionari andrebbero a riassestarsi nell’area 2400/440
punti di Eurostoxx50, prima della ripresa delle vendite. L’eventuale calo al di
sotto di 2240 (minimo dell’anno 2238) renderebbe necessaria la verifica
dell’importante supporto statico posto nella fascia 2190/200. Se
quest’ultimo livello dovesse essere
rotto al ribasso l’Eurostoxx50 rischierebbe di scivolare ulteriormente fino a
2075 punti in prima battuta, e 1935/50 (precedenti minimi di settembre 2011) in
un secondo momento. La positività sul mercato azionario europeo potrebbe
tornare solo sopra quota 2600 punti, un valore che, sebbene solo un mese fa
sembrava facile da superare, oggi appare più lontano e difficilmente
raggiungibile in tempi brevi.
Nessun commento:
Posta un commento