mercoledì 21 dicembre 2011

L’oro a 1600 dollari luccica un po’ meno. Fine dell’abbaglio?

Alla luce dei ribassi che il prezzo dell’oro ha accusato negli ultimi quattro mesi, passando da 1926 dollari l’oncia agli attuali 1600, riproponiamo questo nostro articolo della scorsa estate al quale abbiamo aggiunto ulteriori considerazioni di natura fondamentale e tecnica. A nostro modo di vedere il metallo giallo ha raggiunto un top di lungo periodo con il picco di settembre 2011, ed è destinato a tornare in una fascia di valori compresa tra i 300 e i 600 dollari l’oncia nel giro di pochi anni.

Non mi stancherò mai di ripetere questo elementare concetto: l´oro ha un valore simbolico. Esattamente come la cartamoneta. E’ ciò che ci ha insegnato, avendolo imparato a sue spese, la figura leggendaria di Re Mida, che rischiò di morire di fame per aver ricevuto da Dioniso il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava. E a loro spese lo impararono anche gli spagnoli tra il XV e il XVI secolo: le scorribande di Cortès e Pizarro in America Latina per accaparrarsi tonnellate d'oro (e d'argento) contribuirono solo a distruggere due civiltà (Aztechi e Incas) mentre la Spagna rimase al palo e si ritrovò più povera di prima, ancorata ad un vetusto modello economico feudale. Questo perchè l'oro di per sè non è sufficiente a far decollare un'economia, proprio per il motivo che non è in  grado, da solo, di portare ricchezza. Anche un bambino sa che l’oro è un metallo e di conseguenza non si mangia, non si beve, e non ha altro impiego se non quello di fabbricare monili. Si calcola infatti che il valore industriale dell'oro sia pari a circa 100 dollari l'oncia, proprio per le sue limitatissime applicazioni produttive (gioielleria, elettronica), mentre altri metalli “preziosi” che hanno un prezzo di mercato inferiore, come platino e palladio, ne hanno molte di più. Quindi a che cosa serve l’oro? Perchè nella mente delle persone viene sempre associato a concetti quali ricchezza, valore, opulenza? E perché si tende ad identificarlo come bene rifugio nei momenti di crisi?  

L'oro allo stato grezzo
L’oro non ha alcun valore intrinseco, proprio come la moneta, e rappresenta semplicemente un succedaneo della stessa come intermediario degli scambi: l’oro può essere infatti convertito in valuta, oppure direttamente in beni che hanno valore intrinseco (cibo, vestiti e altro) ma solo in presenza di un mercato efficiente. Se dovesse verificarsi un collasso monetario/economico (cioè uno dei principali scenari che provoca paura nelle persone, e che determina l’accumulo dell’oro come bene rifugio) diventerebbe praticamente impossibile convertire oro con valuta pregiata. Si svilupperebbe un mercato spezzettato in tanti mercati locali, con una fila interminabile di intermediari, e quindi con un’efficienza bassissima, all’interno dei quali si tenterebbe addirittura di barattare il metallo, e il suo prezzo dunque crollerebbe. Del resto anche la storia recente dimostra la validità di questo concetto: chiunque abbia trascorso un periodo di vacanza in Croazia negli anni ’90, pochi mesi dopo la fine della guerra di secessione jugoslava, avrà avuto modo di imbattersi in donne e ragazzi che pullulavano nelle strade delle cittadine offrendo gioielli d’oro per meno di mille lire il grammo (quando all’epoca quotava attorno a 15000 lire il grammo). A parte i turisti, nessun croato era lì a comprarlo, proprio perché la gente del posto non sapeva cosa farsene essendo il denaro più facilmente convertibile in alimenti e altri beni di prima necessità. Perché proprio questo è il punto: l’oro assume valore (sempre e comunque convenzionale) in una società avanzata, che ha già soddisfatto ampiamente i bisogni primari, e che comincia ad attribuire un valore crescente a quelli voluttuari, tra i quali vi è appunto il possesso di monili in metallo e pietre “preziose” da ostentare in pubblico.  Accumulare oro per proteggere il potere d’acquisto, e per conservare la ricchezza nel tempo, in vista di un possibile evento catastrofico (in termini economici) risulta dunque un vero e proprio paradosso: proprio perché il verificarsi di quello stesso evento dal quale l'oro ci dovrebbe proteggere ne farebbe crollare improvvisamente il valore.

La conchiglia cauri
L’oro viene percepito dalla maggioranza delle persone come “prezioso” semplicemente per un fatto di cultura. Esattamente come lo era la conchiglia cauri in Africa tra il 1300 e il 1850. La sua bellezza e lucentezza, la sua rarità, ne facevano un oggetto desiderabile sotto forma di monili, collane, braccialetti, ma totalmente inutile. Questa conchiglia veniva utilizzata come vera e propria moneta negli scambi commerciali, e aveva anche un rapporto di cambio con le valute e con l'oro. Sopravvisse fino ai primi del '900, quando l'occidente, o meglio, gli Stati Uniti, decisero di metterla improvvisamente fuori legge, distruggendo da un giorno all'altro le ricchezze accumulate da tanti commercianti e mercanti di schiavi. Il sogno di tesaurizzare ricchezza attraverso l’accumulazione di pietre e metalli preziosi è vecchio come il mondo, tanto vecchio quanto illusorio. Esso è radicato nella nostra cultura dai miti e dalle leggende, dalle fiabe e dalle favole, che ci vengono raccontate dai nonni fin da quando siamo bambini. Accumulare oro fisico, o qualsiasi altro metallo o pietra preziosa, equivale a riempire di cartamoneta il materasso. Il prezzo dell’oro infatti è soggetto a fluttuazioni di mercato, e quindi può salire, impennarsi, oppure scendere e crollare. E’ salito nei primi anni ’70, si è impennato, poi è sceso ed è crollato negli anni ’80-90. Dal 2000 in poi è tornato a salire, e negli ultimi mesi si è impennato nuovamente fino a tornare sui picchi di valore “reale” degli anni ’70-’80. Ma questa è la storia di tutte le attività finanziarie e non. Azioni, obbligazioni, monete e materie prime, quadri e opere d’arte, bulbi di tulipano.

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Proviamo infatti ad osservare il grafico proposto che rappresenta l’andamento del prezzo nominale dell’oro (linea spezzata gialla), e il suo valore “reale” (linea spezzata arancio), cioè deflazionato. Per costruire tale grafico abbiamo utilizzato i valori medi mensili per ogni anno di riferimento a partire dalla fine degli anni 60/inizio anni 70 (crollo del sistema valutario a cambi fissi o Gold/Dollar standard) ad oggi. Utilizzando i valori settimanali o giornalieri si otterrebbe un picco massimo (anni’70-80) un po’ più in alto, ma questo non influisce sul concetto che si intende esprimere. La sinusoide in colore verde è un’interpolazione tramite una funzione polinomiale di grado 6, che sintetizza bene l’andamento della curva del valore “reale” del metallo giallo negli ultimi quarant’anni. Ad un primo colpo d’occhio si può facilmente osservare che tutti coloro che avessero iniziato a tesaurizzare ricchezza sotto forma di oro a partire dagli anni ’80, avrebbero perso circa il 60% del potere di acquisto da lì al 2000. Il prezzo dell’oro (nominale), dopo lo strappo al rialzo nella seconda metà degli anni ’70, ha infatti oscillato attorno ai 300 dollari per oncia per i successivi vent’anni. Il suo valore reale è dunque diminuito del 60% circa a causa del tasso di inflazione.

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Oggi il metallo giallo quota attorno ai 1600 dollari l’oncia, ed è pressochè impossibile prevedere se il prezzo sia giunto al capolinea dopo il picco massimo raggiunto quest’anno a quota 1926 dollari. A nostro modo di vedere si è chiuso un ciclo, e il prezzo dell’oro sarà destinato a tornare da qui a pochi anni, per motivazioni di natura fondamentale, verso valori compresi tra 300 e 600 dollari l’oncia. Secondo l’analisi tecnica il top di settembre 2011 potrebbe rappresentare un massimo di lungo periodo difficilmente superabile, e il ritorno del prezzo sotto i 1500 dollari l’oncia fornirebbe una conferma in questo senso ponendo fine al trend primario rialzista che ne ha caratterizzato l’andamento negli ultimi tre anni. Tuttavia l’abbaglio che il luccichìo sfavillante del metallo giallo è in grado di provocare negli uomini potrebbe protrarsi ancora per qualche tempo, almeno fino a quando l’uomo non si renderà definitivamente conto di quanto sia scarsa la sua effettiva utilità. E allora il mito del metallo “prezioso” rischierà di sgretolarsi, così come quello delle bellissime conchiglie cauri.

3 commenti:

  1. Ciao, quale etc mi consiglieresti per andare short sull'oro?
    Grazie!

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  2. Salve Pier,
    "L’oro non ha alcun valore intrinseco, proprio come la moneta".
    Nella peggiore delle ipotesi
    in cui i nostri soldi non avranno alcun valore e l'euro soppiantato da una nuova moneta...
    forse l'oro potrebbe essere rivalutato superata la crisi o, come definiscono alcuni, la catastrofe!
    Certo che il linghiotto non lo si mangia.
    Ma se mi tengo il foglio da cento euro non corro il rischio che diventi carta straccia?
    Coriandolo Toscano.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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