lunedì 23 gennaio 2012

IL risveglio dei titoli bancari

Con il bottom di inizio anno a 7270 punti e il breakout della scorsa settimana a 9100, l'indice settoriale dei bancari italiani riagguanta oggi i 10000 punti e fornisce un primo importante segnale d'inversione tecnica. Il trend negativo in essere dal febbraio del 2011 sembra giunto al capolinea. La volatilità resta tuttavia elevata e l'ipercomprato di brevissimo termine potrebbe indurre gli operatori alle prese di beneficio.

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Da parecchio tempo si attendeva un segnale di reazione sui titoli del settore bancario, bastonati sistematicamente sul mercato per tutto il corso del 2011, ma la debacle dei primi giorni di gennaio 2012, con l'indice Ftse all-share banks precipitato a 7270 punti, aveva fatto pensare al peggio. La reazione è invece arrivata pochi giorni dopo, forse proprio quando tutti meno se l'aspettavano, guidata proprio dai quei titoli che a detta di molti avrebbero dovuto collassare su se stessi a seguito di improbabili operazioni straordinarie sul capitale. L'indice Ftse all-share banks ha toccato il suo minimo il 9 gennaio, quando ha fatto segnare 7276 punti, ma da questi livelli è subito risalito recuperando l'importante livello statico degli 8700 punti (precedente bottom). La trendline ribassista, originata dal massimo relativo di febbraio 2011, che transitava la scorsa settimana a quota 9100 punti, è stata superata con forza. Sebbene il comparto sia ancora inserito in un trend primario discendente, delimitato da un ampio canale che verrebbe interrotto solo sopra l'area dei 15000 punti, è molto probabile che la fase negativa piuttosto accentuata degli ultimi 12 mesi sia arrivata al capolinea. Una prima conferma in questo senso arriverebbe con il ritorno dell'indice bancario sopra l'area dei 10700 punti, movimento che aprirebbe la porta per i 12000. Facciamo però attenzione all'eccesso di comprato messo molto bene in evidenza dal più semplice degli oscillatori, l'Rsi 14, che potrebbe indurre gli operatori a chiudere le posizioni rialziste per prendere beneficio sui forti apprezzamenti delle ultime sedute, arrivati su alcuni titoli a superare anche il 50%. La volatilità è destinata a rimanere elevata, e non si escludono nuovi rovesci fino a quota 8700, dopo l'eventuale test di 10700, che sarebbero in ogni caso da interpretare come nuove occasioni di entrata a prezzi sempre estremamente favorevoli. I target da fissare sopra 10700 si individuano a 12000 punti in prima battuta, e a 14100/250 in un secondo momento, ma prima della realizzazione di questi obiettivi sarebbe opportuno un assestamento dell'indice in questione attorno ai 9000 punti. Il segnale d'inversione positiva arrivato negli ultimi giorni verrebbe peraltro negato solo in caso di ritorno sotto quota 8700 punti, e in questo caso (a nostro avviso il meno probabile ) ci si dovrebbe attendere una fase neutra e moderatamente negativa per le settimane a venire, con andamento compreso tra 7300 e 9000 punti.

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