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Comincia molto bene la settimana a Piazza Affari con l'indice Ftse MIB che sale oltre il 3% mentre stiamo scrivendo, e arriva nei pressi di un livello tecnico che avevamo considerato di estrema importanza, e che si colloca a 16000 punti. L'euforia del mercato è attribuibile a fattori di natura esogena, e ha poco a che vedere con movimenti di natura tecnica, tuttavia ci limiteremo a valutare il movimento attuale dal punto di vista meramente tecnico. La resistenza dinamica discendente di medio periodo, passante per 15750/800, viene in questo momento superata, e il breakout dell'area 16000 sarebbe il definitivo segnale per l'inversione positiva del mercato azionario italiano. A livello grafico la sequela di rialzi ha portato l'indice ad effettuare quello che ancora potrebbe essere considerato un pullback sotto la base del canale rialzista ceduto a metà novembre. Lo sviluppo dei minimi crescenti di brevissimo termine, come abbiamo già sostenuto nelle scorse analisi, assume un'inclinazione troppo pronunciata per poter essere sostenuta ancora a lungo. Gli oscillatori leading più veloci evidenziano una situazione di ipercomprato, e un riaggiustamento dei corsi azionari verso l'area 14900/15000 nelle prossime sedute sarebbe decisamente più fisiologico. Il breakout di 16000 punti senza una correzione lascerebbe il momentum con il fiato corto, e quindi le eventuali correzioni successive sarebbero più violente. In ogni caso i target individuabili sopra 16000 punti si individuano a 17050 e 17700 punti. Il mancato breakout di 16000 e il ritorno sotto l'area 15800, andrebbero a qualificare il segnale odierno non come falso breakout, quanto piuttosto come un primo test della parte superiore del trend negativo, con segnale d'inversione semplicemente rimandato. La correzione che ne scaturirebbe avrebbe come obiettivo quota 15000.
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