venerdì 4 novembre 2011

Rallentano le pressioni in vendita, e l'equity americano conferma la struttura rialzista.

Con la tenuta dei 1120 punti il mercato azionario americano ha confermato la struttura rialzista di breve termine. I principali indicatori di ampiezza (breadth), in particolare l'ARMS index, evidenziano chiaramente che le pressioni in vendita stanno rallentando.

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Dopo la rapida discesa di luglio e agosto, l'indice S&P500 si è mosso all'interno di un trading range ben definito e compreso tra i 1100 e i 1220 punti tra agosto e metà ottobre. Il minimo relativo segnato a quota 1075 nella seduta del 4 ottobre si è trasformato, nella stessa giornata, in un forte segnale positivo con l'indice che è risalito oltre quota 1120. La bear trap e il contestuale piercing pattern, scaturiti dal movimento, hanno determinato l'inizio di una nuova gamba rialzista di breve termine tuttora in essere che ha riportato l'equity USA, nella seduta del 27 ottobre, ad un passo dai 1300 punti e nei pressi della media mobile a 200 giorni. In quest'area il mercato si è dimostrato sensibile alle vendite e ha realizzato i profitti, anche sull'onda emotiva degli ultimi avvenimenti legati all'euro zona, come del resto era ipotizzabile dopo un rialzo del 18% circa in meno di un mese. La correzione però non è andata oltre quota 1220 punti, livello che delimita la parte superiore del precedente range, e che costituisce la parte inferiore del canale rialzista venutosi a formare nel corso di ottobre. Questo tipo di movimento rappresenta il più classico dei pullback dopo la fuoriuscita delle quotazioni da una fase di stallo. Se i principali oscillatori leading continuano a marcare una situazione di ipercomprato, dal lato dei volumi è possibile rilevare un'importante ridimensionamento delle pressioni in vendita che lascia pensare ad un probabile inizio di un trend rialzista più duraturo. L'Arms index (media mobile a 55 sedute) aveva già evidenziato una situazione di ipercomprato nel mese di febbraio, quando era sceso sotto il livello 1,00 in corrispondenza di un nuovo massimo, e successivamente aveva registrato una netta divergenza negativa contestualmente al nuovo massimo di maggio. In effetti l'equity americano ha accusato una battuta d'arresto proprio a partire dal mese di maggio, per poi ridimensionarsi notevolmente nel mese di agosto, mentre nel frattempo le pressioni in vendita continuavano a crescere. L'arms index ha continuato infatti a salire fino all'inizio di ottobre, quando ha registrato un valore di 1,60 in corrispondenza della bear trap sopra citata. Da lì in poi l'indicatore ha invertito la rotta e il trend delle pressioni in vendita sembra essersi esaurito in concomitanza con il superamento dei 1220 punti. Continuiamo a monitorare l'arms nelle prossime settimane, poichè se la media mobile a 55 sedute dovesse scendere sotto quota 1,35, per portarsi attorno a 1,20, l'inversione di tendenza verrebbe confermata. In questo caso l'indice S&P500 avrebbe ottime possibilità di rivedere i massimi dell'anno tra 1340 e 1370 punti. Se prendiamo in considerazione la media dell'indicatore arms a 21 giorni, il crollo della pressione delle vendite è ancora più evidente. In questo caso il valore è rientrato bruscamente sotto l'area 1,20, che delimita appunto l'area di ipervenduto, dopo il picco a 1,95 registrato nella seduta del 4 ottobre. Ricordiamo che l'arms index è rovesciato rispetto alla maggior parte degli oscillatori tradizionali, quindi per una sua corretta interpretazione l'area di ipercomprato va collocata sotto quota 1,00 (0,80 se si utilizzano le medie mobili più veloci) mentre quella di ipervenduto è da considerarsi sopra il valore 1,20.

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