martedì 20 settembre 2011
FMI e S&P ammoniscono l'Italia, ma l'equity tiene.
Dopo il downgrade di ieri da parte di Standard & Poor's, il cartellino giallo per l'Italia è arrivato oggi anche dal Fondo Monetario Internazionale, che ha abbassato le stime di crescita del PIL. Fatto sta che il mercato azionario è sempre rimasto in territorio positivo per tutto l'arco della seduta odierna, con il Ftse MIB che si è mantenuto sopra la soglia dei 14000 punti. Non solo. Lo spread BTP-Bund si è contratto e l'euro si è rafforzato contro il dollaro. Movimenti esattamente contrari rispetto a ciò che era più logico attendersi. In un articolo dei giorni scorsi avevamo già messo in evidenza come le quotazioni di parecchi titoli avessero raggiunto livelli estremamente bassi e poco coerenti con le dimensioni dei propri patrimoni netti. Se è probabile che le spinte ribassiste possano essersi esaurite ad agosto, c'è da considerare che un ruolo importante in tutto questo lo abbia giocato anche il blocco delle vendite allo scoperto. D'altro canto gli acquisti per il momento sono moderati, e non sembrano in grado di riportare sull'azionario italiano un recupero degno di nota. L'indice è infatti intrappolato da oltre un mese in un range compreso tra i 13500 e i 16000 punti, e sembra aver trovato un punto di equilibrio attorno all'area 14500/15000 punti. Gli effimeri rimbalzi trovano un evidente ostacolo nella fascia posta tra 15000 e 16000 punti, molto sensibile alle vendite. Questo andamento privo di direzionalità potrebbe continuare con buona probabilità nelle prossime settimane, considerando l'incertezza di fondo che permane sia sul panorama italiano che, più in generale, su quello europeo. Il dato sul fatturato dell'industria italiana, e quello sugli ordinativi, che hanno registrato un incremento a luglio rispettivamente del 4,5%, e del 6,5% (anno su anno) sono passati praticamente inosservati. Gli occhi delle cassandre catastrofiste restano puntati sulla manovra finanziaria, a detta di molti (forse di troppi) iniqua, inadeguata e inefficiente, come dimostrerebbero appunto la presa di posizione dell'agenzia di rating suddetta e del FMI. Noi invece preferiamo volgere lo sguardo ad un mercato azionario italiano che si appresta a chiudere la seduta odierna (mentre stiamo scrivendo) con un rialzo vicino ai due punti percentuali, mentre l'equity americano viaggia in territorio positivo sin dall'apertura.
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