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Proprio nell'analisi di ieri abbiamo parlato dei falsi segnali che caratterizzano l'andamento dei mercati in questo periodo, e ne determinano il forte nervosismo. L'accento è stato posto per lo più sui falsi segnali ribassisti, su quei movimenti pilotati dalle mani forti appena sotto i principali supporti per indurre gli operatori a chiudere le posizioni rialziste. Ebbene, osservando la dinamica della seduta di ieri sui due principali benchmark americani è proprio il caso di dire: "Come volevasi dimostrare...". L'indice S&P500 ha effettuato nell'intraday un'escursione ribassista sotto 1325, in rottura del supporto dinamico ascendente di medio periodo, fino a 1318 punti, salvo poi recuperare a 1328 in chiusura di seduta. Stesso copione sull'altro principale benchmark dell'equity a stelle e strisce, l'indice Dow Jones, che è sceso in rottura del supporto statico a 12450 per ritornare successivamente sui suoi passi fino a 12480 punti circa. Tuttavia è ancora prematura la conferma di questi falsi segnali, che arriverebbe solo con il ritorno del Dow Jones sopra 12650, e dell'S&P500 sopra 1350 punti.
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