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Il brutto movimento al ribasso effettuato dall'indice S&P500 tra la fine di maggio e l'inizio di giugno aveva fatto pensare al peggio: le quotazioni erano infatti scese molto vicine ai precedenti minimi dell'anno segnati proprio all'inizio di gennaio, e avevano registrato un valore intraday di 1266 punti nella giornata del 4 giugno. Questo arretramento aveva determinato l'attraversamento dall'alto verso il basso della media mobile a 200 giorni, e la contestuale rottura della base del trend rialzista di medio periodo iniziato nell'ottobre del 2011. Tuttavia i corsi azionari hanno invertito la marcia nelle successive sedute tornando sopra 1300 punti e riassestandosi sui valori di fine maggio, tra 1320 e 1330 punti. L'arretramento durante tutto l'arco del mese di maggio era stato peraltro assai più ampio, con il paniere del Nyse che arrivava dai 1415 punti per un ribasso complessivo del 10,5% in un mese esatto. La situazione di forte ipervenduto ha contribuito a generare delle divergenze positive sugli oscillatori principali (si noti ad esempio lo stocastico lento) che hanno anticipato il recupero tecnico messo a segno nelle ultime giornate. In ogni caso i valori della curva non riescono a tornare sopra l'area dei 1335 punti da circa un mese, e nelle prossime sedute avremo modo di osservare se questo livello si dimostrerà ancora una volta sensibile alle vendite. Lo scenario è peggiorato notevolmente nel breve periodo, ma nel medio e lungo termine, nonostante qualche primo segnale di deterioramento, l'impostazione resta positiva e una prima conferma in questo senso arriverebbe con il precupero dei 1335 punti, livello oltre il quale avremmo 1360 e 1390 punti come primi target. In caso di mancato superamento di 1335 bisognerà fare attenzione all'eventuale arretramento sotto l'area di supporto compresa tra 1295 e 1300 punti, al di sotto della quale il mercato azionario americano potrebbe andare a cercare nuovi minimi ipotizzabili, sull'eventuale rottura dei 1260 punti, in zona 1200/1220 punti.
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