giovedì 17 maggio 2012

IL Ftse MIB si affaccia sotto quota 13000. Attenzione al sell-off.

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Lo scivolone annunciato del Ftse MIB dopo la rottura del supporto a 13600 punti si è verificato tra ieri e oggi, con i valori dell'indice che hanno raggiunto il nostro target nella fascia 13100/13200 punti e si sono affacciate, proprio mentre stiamo scrivendo, al di sotto dei 13000 punti (min. realizzato 12978). Lo scenario tecnico si sta aggravando e il timido rimbalzo nell'intraday di ieri non è stato sostenuto da importanti volumi in acquisto sui principali titoli che compongono il paniere di riferimento. Le quotazioni si sono così nuovamente sgonfiate nel finale di seduta determinando la configurazione di un inverted hammer, che rappresenterebbe sì un indebolimento della tendenza negativa in atto, ma che diventerebbe invece un segnale di continuazione ribassista nel momento in cui i valori di chiusura di oggi dovessero risultare inferiori a quelli di tale configurazione. Ciò significa che, tradotto in termini pratici, se l'indice dovesse chiudere sotto quota 13050 punti verrebbero oltrepassati i precedenti minimi di settembre e l'inverted hammer si trasformerebbe in un segnale di continuazione ribassista, movimento che apirebbe le porte per un'ulteriore discesa verso i minimi del marzo 2009, in area 12300 punti (min. realizzato 12332). Parecchi titoli del listino stanno segnando nuovi minimi storici, o comunque si stanno avvicinando ad essi, e tra questi ricordiamo ENEL, Mediobanca e Generali. La situazione non è delle più entusiasamanti, almeno per tutti coloro che nelle settimane scorse non abbiano deciso di mettersi short, e l'impressione è quella che si stiano gettando i titoli dalla finestra per forzare un sell off finale dal quale le quotazioni non potranno che risalire, se non altro per l'eccesso di venduto che si verrebbe giocoforza a creare. Aprire posizioni short in questo momento per cogliere questa ondata di vendite è da sconsigliare poichè la volatilità potrebbe aumentare considerevolmente nelle prossime ore. Solo chi è già posizionato short, sia su singoli titoli che sull'indice, può decidere di incrementare le posizioni sfruttando il profitto già accumulato, puntando ai 12300 come target finale di questa gamba ribassista. Tenendo conto del fatto che il mercato, da questi livelli, o scenderà violentemente, oppure rimbalzerà altrettanto violentemente, potrebbe essere opportuno implementare strategie di acquisto di volatilità realizzabili con le index MIB option. La volatilità storica è attualmente pari al 27%, misurata con il tradizionale arco temporale a 90 giorni, mentre quella scambiata sulle Mib options di tipo put at the money (con strike pari a 13000 punti), ad esempio sulla scadenza luglio, è pari al 45% (volatilità implicita). Rimane invece in linea con quella storica la volatilità scambiata sull'omologa opzione call. L'acquisto di uno straddle con scadenza luglio comporta attualmente un esborso di circa 1600 punti indice e potrebbe risultare profittevole qualora il Ftse MIB dovesse trovarsi, verso la seconda metà di luglio, lontano dai livelli attuali, sia nel bene che nel male. Approfondiremo comunque in un prossimo articolo questa tematica.

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