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E' dall'agosto dello scorso anno che l'indice azionario italiano non riesce a portarsi stabilmente sopra l'area dei 17000 punti. Ci aveva provato nell'ottobre del 2011, e allora le quotazioni furono respinte velocemente a ridosso dell'area 13600. Ci ha riprovato lo scorso marzo, ma anche questa volta i corsi azionari sono scesi repentinamente verso la medesima soglia di supporto. Osservando il grafico settimanale è possibile qualificare la fase di moderato rialzo, sviluppatasi tra settembre 2011 e marzo 2012, come un riaggiustamento del precedente movimento discendente che aveva caratterizzato l'andamento del paniere per una buona parte del 2011. Questo riaggiustamento va a coincidere perfettamente con il ritracciamento del 38,2% (Fibonacci) di quel ribasso, che determina una resistenza statica proprio a quota 17000. Il tentativo di delineare una serie di massimi crescenti, che avrebbero preannunciato una possibile inversione della tendenza negativa, è fallito ad aprile con il ritorno delle quotazioni sotto 14700 punti, livello dal quale transitava l'ipotetico supporto dinamico originato dai minimi di settembre e novembre. L'indice tuttavia non ha mai effettuato una chiusura settimanale sotto l'area dei 13600 punti, e se tale movimento dovesse verificarsi avremmo un pericoloso segnale di continuazione ribassista che farebbe scivolare l'equity italiano verso i precedenti minimi del marzo 2009, in area 12330 punti, cioè un arretramento di circa il 10% dai livelli attuali. Anche le paraboliche evolventi confermano il fallimento del tentativo d'inversione e la continuazione della fase negativa di lungo periodo. Il Ftse MIB è infatti inserito in un canale parabolico orientato al ribasso che si ottiene unendo i minimi del marzo 2009, con quelli del maggio/giugno 2010 e del settembre 2011, in coerenza con la serie parabolica di massimi relativi dell'ottobre 2009, del febbraio e maggio 2011 e del marzo 2012. L'interruzione di questa fase negativa arriverebbe solo con il recupero dei 15000 punti, e in questo caso il mercato azionario italiano si sposterebbe su una fase più neutra di medio/lungo periodo che manterrebbe i corsi imprigionati nel range 13600/17000 ancora per qualche mese. Il definitivo segnale d'inversione verrebbe sancito solo con il recupero dei 17000 punti, che per il momento è decisamente prematuro. Il cedimento dei minimi del 2009 (12332 punti) potrebbe invece scatenare un'ondata di vendite da panic selling con probabili accelerazioni ribassiste verso i precedenti minimi del 1993 individuabili nella fascia di valori compresa tra 11650 e 11840 punti. Operativamente è possibile tentare dei bottom fishing andando long sui livelli attuali, ma con molta cautela, ponendo uno stop loss secco sotto l'area 13200 punti per cogliere un eventuale rimbalzo verso quota 15000. Le posizioni short (vendite allo scoperto) sono sconsigliabili poichè il mercato ha sofferto parecchio negli ultimi due mesi, e solo chi ha già delle posizioni in essere di questo tipo può cercare di mantenerle con target 13200, incrementandole eventualmente sotto questo stesso livello con obiettivo successivo a 12330 punti.
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