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Il governatore della Fed di Philadephia Charles Plosser |
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La notizia è di quelle da far rabbrividire, e forse è
proprio per questo che nessun media mainstream ha ritenuto opportuno darle
risalto. Solo il Corriere della Sera le ha dedicato un piccolo trafiletto
riquadrato riempito con poche righe, destinato a passare quasi inosservato. Il
governatore della Federal Reserve di Philadelphia Charles Plosser, in un’intervista rilasciata sabato scorso al Wall
Street Journal, ha dichiarato che la Banca Centrale americana sta suggerendo
caldamente ai fondi monetari statunitensi di ridurre drasticamente l’esposizione
nei confronti delle istituzioni finanziarie europee. I fondi monetari, si sa,
sono quelli che investono prevalentemente in obbligazioni governative (titoli
di Stato) e corporate (obbligazioni di società) a breve scadenza e con rating
elevato, e perseguono l’obiettivo di ridurre al minimo l’esposizione al rischio
del risparmiatore. Quindi, tradotto in parole povere, il consiglio che la Fed ha
rivolto ai gestori suona un po’ così: “Abbandonate gli investimenti in Euro perché
la situazione si sta facendo più rischiosa, e un eventuale crash finanziario
potrebbe contagiarvi”. E da quel che sembra non è tanto la situazione greca a
spaventare la massima autorità monetaria degli Stati Uniti, quanto piuttosto la
possibilità che il contagio raggiunga altri paesi dell’UE, il cui default
avrebbe un impatto decisamente più forte sulla finanza del Vecchio Continente
rispetto a quello della penisola ellenica. Non è un caso che lo spread dei
titoli di Stato spagnoli a dieci anni sia salito nelle ultime ore al suo
massimo storico, e cioè sopra i 530 punti base rispetto all’omologo tedesco,
mentre quello italiano è tornato a ridosso dei 470 punti. Questo scenario
riflette molto bene anche l’andamento del cambio euro contro dollaro, che negli
ultimi tre giorni ha perso due figure scendendo da 1,263 a 1,243, nuovo minimo
degli ultimi venti mesi. Del resto la strategia della Fed non può fare altro
che creare un circolo vizioso: ritirare capitali dall’Europa significherebbe aggravare
ulteriormente la già difficile situazione finanziaria afferente ai debiti
sovrani, accelerando il percorso verso l’ipotetico default. Qualcuno dice che l’Europa
a questo punto dovrebbe fornire delle garanzie serie sui debiti sovrani dei
paesi membri, garanzie che siano in grado di arginare una volta per tutte lo
spauracchio del default riportando gli spread a livelli accettabili, frenando
la corsa agli sportelli dei risparmiatori, e stroncando sul nascere l’emorragia
di capitali ridando vigore ai listini azionari. Ma dopo la creazione del
fantomatico Fondo di stabilizzazione finanziaria (EFSF), che dal prossimo
luglio cambierà il nome, ma non la sostanza, in meccanismo di stabilità (ESM),
dopo l’insediamento di governi “tecnici” per imporre politiche di austerity, e
dopo l’iniezione di un trilione di euro nel sistema bancario da parte della BCE
(destinato prevalentemente a sostenere le quotazioni dei titoli di stato, e non
l’economia reale), ci sarebbe da domandarsi quali siano, e se ci siano rimaste,
le frecce ancora da scoccare nella faretra delle Istituzioni europee per
fornire ulteriori garanzie al sistema della finanza mondiale.
quindi dove consiglieresti di girare i pochi eurini che rimangono ? cambiarli in franchi svizzetri o comprare lingotti d'oro?...
RispondiEliminaFacile stampare moneta con la scusa di aiutare i paesi europei che combattono
RispondiEliminaper uscire dalla crisi mondiale
creata da l'america
mi domando ma i trilioni di dollari stampati
hanno copertura o sono solo carta senza valore come la moneta del gioco del Monopoli? VITTORIO
mi associo......comprate dollari !!!! vendete euro cosi' salteremo tutti assieme
RispondiElimina