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Negli ultimi tre mesi il cambio euro/dollaro ha vissuto un periodo di relativa stabilità, muovendosi nell’intorno di 1,32, in un range di cinque figure compreso tra 1,30 e 1,35. Ogni volta che la moneta unica si è indebolita contro il dollaro venendo a contatto con l’area 1,30, la reazione del mercato è sempre arrivata puntuale a sostenerla, riportando il cross verso l’area 1,32/33. Il trend rialzista vissuto dall’euro tra gennaio e febbraio, quando aveva recuperato contro il dollaro risalendo da 1,263 fino a 1,348, è stato interrotto con il movimento discendente della prima metà di marzo, che ha innescato la fase neutra di cui sopra. La reazione dell’euro nella seconda metà del mese di marzo non è andata oltre quota 1,34, e ha generato il classico pullback tecnico di verifica sotto la base del trend positivo. La successiva configurazione dei candlestick “three black crows”, nei primi giorni di aprile, ha confermato la fine dello scenario rialzista di breve periodo decretando il passaggio alla fase laterale. Anche in questo caso l’euro ha comunque respinto i tentativi del dollaro di portarlo sotto quota 1,30, e da un paio di settimane il cambio galleggia attorno a 1,31 senza tuttavia trovare la forza necessaria per un recupero più sostanzioso. I massimi relativi decrescenti lasciano pensare alla probabile formazione di un trend moderatamente negativo (quindi favorevole al dollaro), che verrebbe confermato con la discesa sotto 1,30. Al contrario, l’eventuale recupero di 1,33 andrebbe a prolungare l’attuale fase neutra ancora per qualche settimana, con possibile rafforzamento massimale del cambio fino a 1,35. Da notare che il movimento di rafforzamento dell’euro tra gennaio e febbraio rappresenta un classico ritracciamento di Fibonacci, e precisamente il 50% del precedente movimento discendente accusato dall’euro tra la fine di ottobre 2011 e la metà di gennaio, quando il cambio passò da 1,42 a 1,263. A livello operativo dunque leggera preferenza per il dollaro, da acquistare contro euro in caso di rafforzamento del cross in prossimità di 1,33, con stop loss di una figura e obiettivo nella fascia 1,30/305. Posizioni da incrementare, o comunque da aprire, in caso di rottura ribassista di 1,30 con target successivi 1,285 (ipotetica base del canale discendente ancora in formazione), e poi 1,26/27 precedenti minimi dell’anno. Lo scenario potrebbe tornare favorevole all’euro solo nel caso in cui la moneta unica riesca a superare l’area di resistenza posta a quota 1,35.
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