mercoledì 28 marzo 2012

L'edilizia è in pessime condizioni. Ma dal 2012 ha sovraperformato il listino.

Il settore dell'edilizia è quello anticiclico per eccellenza e viene considerato da sempre, almeno in linea teorica, uno dei più potenti ed efficaci nella creazione di occupazione durante i periodi di crisi generalizzata dell'economia. La sua funzione sarebbe dunque quella di volano per rimettere in moto l'intero sistema economico. Leggendo alcuni dati si scopre però che anche questo comparto è in profonda crisi, e che negli ultimi quattro anni in Italia ha raggiunto i minimi storici. Sono circa sessantamila le imprese che hanno chiuso i battenti in questo periodo, prevalentemente di piccola e media entità, e trecentomila i posti di lavoro bruciati. Se da un lato le banche non fanno più credito alle imprese e sono molto più restie nel concedere mutui alle famiglie desiderose di acquistare casa, dall'altro gli imprenditori che lavorano prevalentemente con il settore pubblico fanno un'enorme fatica a riscuotere i propri crediti dalle amministrazioni in tempi brevi.
Eppure osservando l'andamento del paniere dei principali titoli edilizi quotati a Piazza Affari si rimane sorpresi nel riscontrare la netta sovraperformance realizzata nei confronti del resto del listino a partire dall'inizio del 2012. Sembrerebbe che i mercati stiano puntando proprio sul comparto delle costruzioni in vista di una prossima ripresa dell'economia.

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L'indice Ftse all-share Construction & Materials ha registrato un rialzo di circa il 45% in quattro mesi, più precisamente nel periodo dicembre 2011/marzo 2012, contro una performance dell'indice Ftse MIB pari a circa il 21%. Alcuni dei principali titoli hanno addirittura raddoppiato il proprio valore, e graficamente l'indice settoriale ha già interrotto il trend primario negativo. A seguito di un triplo minimo nell'area 12500/12700 punti verificatosi nello scorso autunno, l'indice Ftse C&M ha intrapreso infatti un trend rialzista che lo ha portato al superamento dei 18000 punti dopo un consolidamento del rialzo attorno a 17000. La trendline primaria ribassista è stata oltrepassata e ritestata positivamente con un classico pullback, e adesso i titoli edili potrebbero ripartire con un obiettivo a 20000 punti per i prossimi mesi. Certamente non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi poichè le quotazioni sono molto tirate e i livelli di prezzo raggiunti potrebbero indurre gli investitori a prese di beneficio sulle ottime performance realizzate. In questo senso è importante rilevare una netta divergenza sull'indicatore di forza relativa a 14 giorni, e un doppio massimo di breve termine a quota 18500 circa, segnali che potrebbero anticipare una correzione consistente del settore in questione. Tuttavia un riaggiustamento fino a 17200 punti sarebbe da interpretare come occasione di entrata con il target sopra citato, tenendo presente che la violazione al ribasso di questo livello andrebbe a porre la parola fine sul trend positivo degli ultimi quattro mesi. In questo caso il comparto edilizio potrebbe flettere fino ai 16000 punti.

Le analisi sui titoli Impregilo, Buzzi Unicem e Italcementi.

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