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i rapporti Price/Book Value sui principali titoli bancari |
Nel commento di ieri sull'attacco all'Italia avevamo fatto un cenno alle quotazioni dei titoli bancari, e al rapporto price/book value che ha raggiunto per alcuni di essi livelli estremamente bassi. Tale rapporto calcola la percentuale del patrimonio netto (attività meno passività dello stato patrimoniale) incorporata nelle quotazioni di borsa di un titolo. Se tale rapporto è inferiore a 1 significa che, non solo le quotazioni non scontano i flussi reddituali futuri, ma neanche il valore attuale della società. Certamente un rapporto Price/Book Value inferiore a 1 potrebbe tuttavia scontare eventuali svalutazioni nelle immobilizzazioni dal lato dell'attivo, oppure perdite attese negli esercizi a venire. Perchè è chiaro che il patrimonio netto di una società è una grandezza variabile in funzione dei risultati di esercizio e delle eventuali svalutazioni/rivalutazioni dei cespiti. Resta il fatto che valori estremamente bassi dell'indicatore vadano a creare delle situazioni di chiara appetibilità. Qui di seguito una piccola tabella con i valori dei price/book value per i principali titoli bancari italiani (calcolati con i prezzi di chiusura di ieri 12 luglio 2011), che mette in evidenza come tali valori abbiano raggiunto livelli poco coerenti, a meno che non ci si attendano degli scenari da cataclisma finanziario. Si va dal 16% di Banca pop. di Milano, al 48% di Intesa San Paolo, passando attraverso il 20% circa di UBI banca, Banco Popolare e Monte Paschi, e il 36% di Unicredit. E' possibile cominciare ad accumulare posizioni su questo comparto con la dovuta cautela e senza alcuna fretta, considerando che la volatilità potrebbe rimanere elevata anche nelle prossime sedute. Eventuali doppi minimi sui livelli visti nella seduta di lunedì rappresenterebbero chiare occasioni di entrata.
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