La società di Ennio Doris mette a segno un rialzo settimanale del 5,3%, muovendosi in netta controtendenza con il settore. Il gruppo sarà tra i pochissimi bancari a non aver bisogno di nuovi aumenti di capitale. Ottimi i conti: utile 2010 in crescita del 3% rispetto all'anno precedente, e incremento delle masse amministrate del 14%. Unico " neo" della società è la non contendibilità: il controllo è infatti saldamente nelle mani della famiglia Doris e del Gruppo Fininvest, che insieme detengono circa il 76% dell'azionariato.
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Il rialzo di Banca Mediolanum di questa settimana è corposo e risulta ancora più evidente se viene messo a confronto con l'andamento dell'indice settoriale e dei principali titoli bancari. Il +5,3% della società di Basiglio si contrappone nettamente al -13,1% di UBI banca, al -10,9% di Intesa, al -11,4% di Banco Popolare, al -7,54% di Unicredit, al -6,2% di Banca Popolare di Milano, e al -6% di Monte dei Paschi. Tutte in odore di aumento di capitale. L'ottima trimestrale che ha chiuso i conti del 2010, e l'annuncio che la società non farà ricorso ad aumenti di capitale, hanno spinto gli acquisti sul titolo, che è risalito rapidamente da 3,40 euro agli attuali 3,87 nel giro di tre settimane. Il superamento dei 4,00 euro potrebbe far decollare le quotazioni nei prossimi mesi. Vediamo la situazione tecnica nel dettaglio. Sul grafico settimanale è possibile individuare uno sviluppo parabolico orientato al rialzo, che ha esaurito la fase ribassista tra l'ottobre 2009 e l'agosto 2010. Se tale modello dovesse essere confermato ci si attende un'accelerazione fino a 5,00 euro per azione (un rialzo di oltre il 25% dai livelli attuali), con obiettivo intermedio a 4,45/60. Il segnale arriverebbe con il breakout dei 4,00 euro da confermare su chiusura settimanale. Da tale livello transita infatti la resistenza dinamica discendente che delinea il trend primario negativo in atto sul titolo dal marzo del 2006. Il modello ipotizzato sarebbe negato con il ritorno delle quotazioni sotto l'area 3,50, livello che appare saldamente alle spalle, e in questo caso i prezzi potrebbero riproporsi nella fascia compresa tra 3,00 e 3,25 euro. Lo scenario di breve termine (grafico giornaliero) conferma l'impostazione positiva della curva: il prezzo è uscito a gennaio da un canale discendente che andava avanti dall'ottobre del 2009, ha toccato i 4,00 euro (realizzato 4,05) e ha effettuato un pullback tecnico da manuale sulla parte superiore di questo trend, arretrando a quota 3,40, tra febbraio e metà marzo. La gamba rialzista successiva ha generato una situazione di forte ipercomprato di brevissimo termine, quindi il prezzo potrebbe consolidare tra 3,75 e 3,90 euro prima del decisivo breakout. Operativamente si può entrare in acquisto sulla debolezza in area 3,75, con stop sotto 3,60 e primo obiettivo a 4,00 euro. Sopra 4,00 incrementare le posizioni con obiettivi successivi 4,45/60 e 5,00 euro in un'ottica di medio periodo.
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