La correzione di breve termine è stata interpretata dagli operatori come un'occasione d’acquisto. Lo scenario di fondo rimane neutro, con un supporto chiave a 2750 punti.
(Articolo del 1° aprile pubblicato sul settimanale Borsa & Finanza di sabato 2 aprile 2011)
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Nonostante la tragedia giapponese, che ha messo in ginocchio l'economia del paese, la crisi libica, che aveva portato nuove tensioni sul prezzo del petrolio, e i debiti sovrani di alcuni paesi europei alla deriva, lo storno dei mercati azionari non c'è stato. O meglio, non si è verificato nella misura che ci si poteva attendere. La correzione delle scorse settimane non è andata oltre i 1250 punti sull'S&P 500 (un ribasso appena superiore al 7%), mentre è stata più profonda sull’Eurostoxx50, che ha ceduto l’11,6% dai massimi di fine febbraio. Tale movimento è stato colto dagli investitori come una nuova occasione di acquisto, anche se il recupero dell’indice europeo è stato meno consistente rispetto a quello verificatosi oltre oceano: circa la metà della correzione contro un rimbalzo quasi completo al Nyse. L’Eurostoxx50 appare infatti molto più sensibile alle notizie negative, e molto meno reattivo nelle fasi di recupero, rispetto all’S&P500. Il ritardo accumulato nei confronti del benchmark americano negli ultimi sette mesi è notevole, ed è molto evidente nel dettaglio del grafico. Le ambizioni di colmare, almeno parzialmente, questo gap potrebbero concretizzarsi solo con il superamento dell’area di resistenza statica posta tra 3030 e 3080 punti. Tecnicamente lo scenario di medio termine è moderatamente rialzista, e la discesa nella prima metà di marzo ha consentito una verifica del trend con il test dei 2750 punti (min. realizzato 2719), mentre in un’ottica di lungo termine la situazione resta neutra con l’indice intrappolato nel range 2500/3000 dal luglio del 2009. Il modello a paraboliche evolventi evidenzia la possibile formazione di un canale orientato al rialzo (ipotesi da confermare sopra 3080), che avrebbe come target per i prossimi mesi l’area compresa tra 3400 e 3450 punti. Il ritorno sotto 2750 andrebbe a negare questo modello, confermando il trend neutro di fondo. Si esclude tuttavia, in questo caso, uno scenario caratterizzato da accelerazioni ribassiste (panic-selling), poiché esso avrebbe avuto motivo di manifestarsi già nel mese di marzo in relazione agli eventi suddetti. La discesa sotto 2750 avrebbe dunque come target massimale l’area 2500. Per le prossime settimane ci si attende un consolidamento dell’attuale rimbalzo in un range compreso tra 2850 e 3000 punti. Tale movimento andrebbe a creare le premesse per uno sviluppo più armonico della curva, e per una successiva partenza in accelerazione verso 3250 e poi 3400/450 punti.
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