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Dopo le rotture tecniche ribassiste della seconda settimana di marzo, sembrava fin troppo facile pronosticare una più ampia discesa dell'azionario. I mercati, in particolare quelli americani, hanno preso ancora una volta in contropiede gli investitori mettendo a segno un recupero che è andato oltre le aspettative. Per quel che ci riguarda ci attendevamo sì un rimbalzo tecnico su S&P 500 e Dow Jones, ma non di questa portata. L'S&P 500 è andato oltre i 1300 punti chiudendo la settimana a 1313, e ancora meglio ha fatto il Dow Jones, che dopo aver recuperato l'area psicologica dei 12000 è salito di altri 200 punti, terminando l'ottava a 12211. Focalizziamo l'attenzione su quest'ultimo indice e cerchiamo di capire qual è lo scenario che ci troviamo davanti. Cominciamo subito col dire che il rimbalzo è avvenuto con volumi non sostenuti, come nella più classica tradizione dei rimbalzi tecnici qualificabili come movimenti di return (o pullback). Osservando il grafico notiamo il trend delimitato dal canale ascendente in verde, rotto al ribasso lo scorso 10 marzo, e l'attuale rimbalzo dopo il test a 11560 (realizzato 11564). L'indice è praticamente tornato con estrema precisione sotto la base del canale, in coincidenza con una resistenza statica collocata a 12250 punti. Molto interessanti i bullish crossover sul Macd e sullo stocastico lento. Il ritorno sotto quota 12000 nelle prossime sedute andrebbe a confermare la natura di pullback dell'attuale rimbalzo, con possibile discesa fino all'area compresa tra 11420 e 11560 punti. La permanenza sopra 12000 favorirebbe una contrazione della volatilità e un conseguente andamento in stretto trading range compreso tra questo livello e l'area 12250. Il breakout di 12250 e del successivo 12380, aprirebbero le porte per una nuova fase rialzista che avrebbe come primo target di breve 12740/50.
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