venerdì 21 gennaio 2011
IL Toro di Wall Street sfida la forza di gravità. Uno scenario "anomalo" secondo le statistiche.
Nel grafico dell'S&P 500 di oggi abbiamo voluto mettere in evidenza solo le medie mobili e il trend primario rialzista iniziato nel marzo del 2009. E' interessante effettuare le seguenti osservazioni: 1) All'interno del trend primario si può individuare un trend di natura secondaria ben definito, che va avanti praticamente senza interruzioni dall'inizio di settembre 2010 (con un unico lieve riassestamento nel mese di novembre), e che ha portato un incremento del paniere pari a circa il 23%; 2) Dal 2 settembre, e cioè da 140 giorni, l'indice non scende sotto la media mobile a 50 sedute; 3) Dal 1° dicembre, e quindi da 50 giorni (pari a 35 sedute), l'indice non scende sotto la media mobile a 10 giorni (solamente nella seduta di ieri l'indice ha chiuso lievemente sotto tale perequazione). A livello statistico sembra che questa situazione - riguardo i punti 2 e 3 - non si sia mai verificata negli ultimi 82 anni di mercato (fonte: Realmoney.com). Un altro particolare da evidenziare è il progressivo rialzo a piccoli passi, e senza sostanziali strappi, dopo il breakout dei 1225 punti. E' di indubbia evidenza che il forte mercato toro al quale stiamo assistendo presenti qualche anomalia. Non entreremo in valutazioni di natura macro-economica e politica, legate a passate dichiarazioni di governatori di banche centrali (leggi Bernanke) che hanno sostenuto la necessità di un rialzo dell'equity americano a tutti i costi. Ci limiteremo ad aggiungere qualche altra considerazione di natura meramente tecnica: 4) L'indice si muove nella parte centrale del trend primario e registra uno scostamento pari a circa il +12% dalla media mobile a 200 giorni; 5) Nelle precedenti sedute è stata configurata una "evening star" appena sotto la resistenza statica dei 1300 punti; 6) Sugli indicatori Rsi 14 e Stocastico lento si rilevano divergenze di tipo "bearish", con l'Rsi 14 che è già uscito dall'area di ipercomprato, mentre lo stocastico si appresta a farlo. Certamente la situazione di ipercomprato potrebbe permanere, e l'eventuale breakout dei 1300 punti attirerebbe altri acquirenti sul mercato, con possibilità di ulteriori incrementi fino alla parte superiore del trend (attualmente passante per quota 1400 punti), e quindi ulteriore prosecuzione dell'"anomalia" in corso. La volatilità a 90 giorni, durante il periodo settembre-gennaio, è scesa progressivamente dal 24,5% all'attuale 11,5%, mentre sul mercato delle opzioni si sconta (almeno negli ultimi giorni) un aumento della stessa. IL grafico del Vix evidenzia un doppio minimo sul livello 15,45% tra dicembre e gennaio, e si è portato nuovamente a ridosso dei 18 punti percentuali, valore che non viene superato proprio dall'inizio di dicembre. I primi campanelli di allarme per uno storno consistente del mercato arriverebbero da una risalita del Vix sopra il 18%, e da una contemporanea discesa dell'indice sotto la media mobile a 10 giorni e sotto il primo livello di supporto statico a 1260 punti. Un movimento di questo tipo potrebbe provocare un'ondata di prese di beneficio e una veloce discesa verso i 1225 punti. Tale livello è la discriminante per l'interruzione del trend secondario rialzista in atto da settembre, e la discesa sotto di esso provocherebbe un movimento di riassestamento verso la perequazione a 200 giorni, e verso la base del trend primario rialzista, passanti rispettivamente a 1150 e 1130 punti circa (con obiettivo intermedio a 1172 punti). Una correzione di questa portata sarebbe auspicabile per uno sviluppo più armonico dell'equity USA. Bernanke permettendo...
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