mercoledì 29 dicembre 2010

L'Eurostoxx 50 torna verso 2900. Punto e a capo.

Scongiurato il possibile inizio di un nuovo downtrend in dicembre. L'indice rimane inserito in un canale rialzista di medio termine, ma il rialzo di fine anno sembra guidato da politiche di window dressing. E non convince. (Analisi e grafico del 22 dicembre pubblicata su B&F del 24 dicembre).

Il netto decoupling degli indici azionari, che avevamo riscontrato nelle analisi dei mesi scorsi, si è confermato anche nell'ultimo trimestre dell'anno, ed è ben individuabile raffrontando l'andamento delll'Eurostoxx50 con l'indice azionario tedesco. Il Dax ha infatti continuato il suo rafforzamento in maniera piuttosto regolare, una settimana dopo l'altra, e si appresta a chiudere l'anno sui massimi sopra i 7000 punti. L'Eurostoxx50 invece, nonostante l'ultima gamba rialzista del mese di dicembre, è rimasto al palo ben sotto i massimi del 2010 fatti registrare a gennaio e aprile a 3030/3040 punti. Del resto questo disallineamento non è altro che il fedele specchio di un andamento a due velocità delle economie dell'area Euro: le componenti più deboli appesantiscono il paniere Eurostoxx50. Considerando il movimento negativo di novembre la situazione avrebbe potuto essere ben peggiore. L'indice aveva infatti accusato una veloce flessione da 2900 a 2640 punti, violando al ribasso la trendline rialzista che unisce tutti i minimi crescenti a partire da maggio, lasciando quindi presagire il possibile inizio di un nuovo downtrend. Il pronto recupero dei 2700 punti ha scongiurato questa ipotesi e ha consentito all'equity europeo di mettere a segno un deciso rimbalzo, che lo ha riportato al punto di partenza, appena sotto 2900 punti. La configurazione a V spike che è scaturita da questo movimento mette bene in luce l'attuale fase di nervosismo e incertezza che domina il mercato azionario europeo, e la fase ascendente di questo fine anno sembra ricollegabile a politiche di window dressing piuttosto che a reali motivazioni di ripresa economica. Osservando il grafico si nota l'andamento oscillatorio dell'indice attorno alla media mobile a 200 giorni passante per quota 2760, che si protrae ormai da circa sei mesi, a conferma della fase di stallo dalla quale il mercato non riesce ad uscire. Anche sui principali oscillatori i segnali sono contrastanti: il Macd ha effettuato un bullish crossover ed è tornato in territorio positivo; lo stocastico e altri indicatori leading evidenziano una situazione di ipercomprato di breve termine. L'indice rimane inserito in un canale rialzista di medio orizzonte temporale, e la parte alta di questo trend va a coincidere proprio con l'area 3000/3030. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto con il breakout di 2900, resistenza statica molto dura da superare. L'eventuale permanenza sotto questo livello riporterebbe ancora le vendite con probabile correzione in zona 2750 punti, e scenario ancora invariato.

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