martedì 25 ottobre 2016

Monte dei Paschi, gratta&vinci e regola della rovina statistica.

Il titolo Monte dei Paschi sta mettendo a segno un recupero a tre cifre percentuali che ha portato le quotazioni del titolo dai minimi storici segnati a 0,1615 euro agli attuali 0,43 circa, con sospensioni continue dalle contrattazioni per eccessi di rialzo. Una performance che si attesta al +166% circa in una sola settimana. Sia chiaro che, per una regola particolare che approfondiremo in seguito, chi ha investito in Monte dei Paschi negli ultimi dieci anni accusa ancora una perdita enorme sul capitale, nonostante questi forti rialzi. Facendo le proporzioni, attraverso le rettifiche di prezzo determinate dai vari aumenti di capitale, chi avesse investito 1000 euro nella banca, ad esempio, esattamente nove anni fa, attorno ai massimi storici di 93 euro, avrebbe in tasca (al prezzo di 0,43 euro) circa 4,6 euro dei mille iniziali, e starebbe perdendo ancora il -99,53%. Non stanno meglio neanche coloro che avessero acquistato il titolo sui minimi del 2009, appena dopo la crisi dei subprime in USA e il fallimento di Lehman Brothers, quando MPS quotava 16 euro, poichè ad oggi perderebbero ancora il -97,13% del capitale investito. Neanche coloro che avessero deciso di investire, come suggerivano di fare parecchi "esperti" di adc, sui minimi relativi del post aumento di capitale iperdiluitivo del 2014, segnati attorno a quota 4,00 euro, sarebbero più tranquilli: la loro perdita ammonta ad oggi al -89% circa del capitale investito. E' forse andata meglio a coloro che hanno investito dopo l'ultimo aumento di capitale dell'estate 2015, quando il titolo quotava attorno a 1,80 euro? Neanche per sogno! La perdita per questi investitori ammonta oggi a -76,1%. 

Forse tutto questo vi apparirà strano ma non lo è affatto: è un meccanismo che risponde appunto alla cosiddetta "regola della rovina statistica", quella regola secondo la quale per recuperare una perdita del 10% occorre un successivo rialzo del +11,1%, mentre per recuperare una perdita del -20% occorre un successivo rialzo del +25%, e così via. Potete vederla riassunta nello schemino con la tabella e il grafico: la linea rossa discendente rappresenta la perdita, che ovviamente assume un andamento lineare, mentre la curva verde rappresenta il rialzo necessario per recuperare tale perdita. Vedete che, non solo la proporzionalità è inversa e superiore alla pari, ma comincia ad aumentare in modo esponenziale per le perdite che superano il -50%. Per una perdita che supera il -90%, e che si spinge oltre il -99% del capitale investito (come nel caso molto raro di Monte dei Paschi), occorre un rialzo pari al +9900% e oltre per recuperare tutto il capitale perso nell'investimento. Sì, avete letto bene: il novemilanovecentopercento di rialzo! E sapete qual è l'aspettativa matematica, cioè la probabilità, di realizzare una performance di questo tipo? Tende a zero. ZERO! In altre parole sarebbe più alta l'aspettativa matematica di recuperare il proprio denaro vendendo il titolo e acquistando, con il ricavato, un blocco di gratta&vinci o di biglietti di una qualsiasi lotteria, anzichè attendere un recupero di questa entità. Capirete che, dopo la fiammata speculativa del +166% messa a segno dal titolo in queste ultime sei sedute di borsa, la maggior parte dei risparmiatori che hanno investito nella banca senese hanno ben poco da festeggiare! 

Dal punto di vista meramente tecnico il titolo ha interrotto un trend negativo che andava avanti dalla primavera del 2015 dopo aver segnato minimo storici a 0,1615 euro, e il ritorno sopra 0,25 euro ha faovorito la continuazione degli acquisti, guidati essenzialmente da fattori esogeni legati al salvataggio della banca. Vedete che la fiammata speculativa si è fermata proprio a ridosso dell'area 0,43 e mentre sto scrivendo il prezzo ha ripreso a scendere con forza tornando a 0,366 circa, configurando per il momento una pericolosa gravestone doji con ombra superiore molto pronunciata. L'area 0,43 è una forte resistenza statica e rappresenta infatti lo spartiacque per il definitivo segnale d'inversione positiva che porterebbe una nuova accelerazione speculativa fino a 0,73 euro per azione. Altrimenti il titolo entrerebbe in una fase neutra con range delimitato tra 0,25 e 0,43 euro. Certamente l'inversione di tendenza per il lungo orizzonte temporale è decisamente lontana dai livelli attuali, e passerebbe attraverso il recupero dei 2,60 euro, area di prezzo che verrebbe raggiunta solo con un rialzo del +504% dai prezzi attuali.

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