
Torniamo ad analizzare l'indice americano
Dow Jones, che esprime l'andamento dei trenta titoli più importanti del mercato azionario USA, e lo facciamo con un orizzonte temporale di ampia portata. Il grafico mostra l'andamento del valore del paniere negli ultimi sette anni: a partire dal marzo del 2009, appena dopo la crisi finanziaria,
i titoli che compongono l'indice Dow Jones hanno mediamente quasi triplicato il proprio valore.
I corsi sono passati infatti dai 6500 punti circa di allora ai 18350 di quest'anno (massimo storico realizzato a quota 18351 punti a maggio 2015), delineando un
trend primario positivo ben evidenziato dal canale ascendente in verde.
La forte correzione a partire dalla seconda metà di luglio ha provocato l'interruzione di questo trend primario e ha riportato la curva sui valori di febbraio 2014, facendo registrare un minimo infrasettimanale a quota 15370 punti.

Tale movimento è arrivato in seguito ad una
fase distributiva, avvenuta tra marzo e luglio 2015, individuabile nello stretto
trading range compreso tra il supporto statico a 17600 punti (divenuto adesso resistenza) e la forte resistenza statica a 18350. I fattori esogeni che hanno determinato il ritorno, e quindi anche il pretesto, delle vendite sull'
equity a stelle e strisce sono stati la crisi greca e quella cinese. Dopo l'approfondimento e il picco improvviso di volatilità, al quale abbiamo assistito nelle settimane a cavallo di Ferragosto, la curva si è riaggiustata attorno a quota 16500 punti con un massimo relativo a 16933 punti.
Questo movimento è qualificabile come un preciso pullback tecnico sotto la base del canale stesso che definiva il trend primario, e che transitava nelle scorse settimane proprio attorno ai 17000 punti.
Una chiusura su base settimanale sotto i 16000 punti fornirebbe una conferma in questo senso, e i valori azionari del
Dow Jones potrebbero cadere ancora preda delle vendite facendo
scivolare i corsi del paniere verso un'area compresa tra i 14700 e i 15350 punti. Da notare
la divergenza bearish sull'indicatore MACD settimanale, che ha anticipato molto bene questo movimento correttivo a partire dalla fine del 2014 e nella prima metà del 2015. Il quadro tecnico di lungo periodo è quindi in peggioramento, e solo il ritorno sopra 17000, seguito dal recupero dei valori fino a 17600 punti, potrebbe negare questo segnale tecnico.
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