martedì 15 settembre 2015

Indice S&P500 ad un bivio. Inversione di tendenza prematura.

L'indice azionario americano S&P500 ha accusato una fortissima flessione nella settimana tra il 18 e il 25 agosto 2015, quando è passato da 2100 a 1867 punti: un ribasso del -11% in sole sei sedute. Il fattore esogeno "Cina" ha determinato questo sell-off che è stato arginato dalla tenuta dei 1867 punti, alla quale ha fatto seguito un riaggiustamento da ricoperture in area 1990 punti. Attualmente la volatilità di breve periodo risulta estremamente compressa, e la curva dell'indice S&P500 si sta incuneando attorno al livello dei 1950 punti. Ciò che scaturisce da questo movimento è una classica figura di continuazione ribassista (bearish pennant) che verrebbe confermata con l'arretramento dei valori sotto 1867, preceduta dai primi segnali di debolezza sotto 1940 e poi 1915 punti. Le proiezioni di questa configurazione, in linea teorica, andrebbero ad individuare un target in zona 1730 punti. Questo livello riveste un'importanza piuttosto evidente non solo per queste proiezioni, ma anche perchè proprio da qui transita il supporto dinamico primario che sostiene il trend positivo iniziato nel marzo del 2009. Da notare che la forte correzione è arrivata dopo un lungo movimento all'interno di un range ben definito tra 2040 e 2140 punti: un canale orizzontale molto preciso con la parte superiore a ridosso dei massimi storici dell'indice S&P500, l'area 2130/140, interessati per tre volte nel corso dell'estate. Tale movimento orizzontale può essere interpretato come una classica fase di distribuzione che segue un rialzo di lungo periodo durato poco più di sei anni. 

E' presto per pronunciarsi su un'eventuale inversione della tendenza primaria ancora in atto, che arriverebbe solo con la rottura ribassista dei 1730 punti nelle prossime settimane, un livello che resta ancora lontano da quelli attuali. Sotto di esso l'indice avrebbe modo di effettuare un'importantissima verifica a quota 1550, un supporto statico di lungo orizzonte temporale che rappresenta i precedenti massimi storici del mercato azionario americano registrati per due volte: la prima nel 2000 (realizzato 1532); la seconda nel 2007 (realizzato 1547). Se invece l'indice S&P500 dovesse mantenersi sopra 1915, e successivamente riportarsi sopra la zona di resistenza situata tra 1990 e 2000 punti, ci sarebbe spazio per un recupero in pullback a 2040 punti, ma l'equity americano non sarebbe ancora fuori pericolo pur delineando uno scenario tecnico di breve periodo più neutro. Il market mover per i prossimi giorni sarà la riunione della Federal Reserve, la banca centrale americana, dalla quale dovrebbero emergere decisioni più chiare riguardo la manovra sui tassi d'interesse degli Stati Uniti. Non sarà tanto la decisione in sè (tassi invariati, oppure alzati) a determinare i prossimi movimenti delle piazze azionarie, quanto piuttosto in che modo verrà giustificata la decisione stessa dall'autorità monetaria americana, qualunque essa sia. Stay tuned.

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