venerdì 5 dicembre 2014

Il trading di portafoglio con le opzioni.

(Articolo pubblicato sulla rivista INVESTORS' - Supplemento novembre 2014)


Nell’ampia famiglia dei prodotti derivati, uno degli strumenti finanziari che meglio si presta ad essere utilizzato con finalità puramente speculative è il contratto d’opzione su azioni o panieri di azioni (stock option o index option), più semplicemente noto come opzione. Sappiamo bene che i derivati non godono di una buona fama presso il pubblico degli investitori, e vengono quasi sempre percepiti come strumenti finanziari caratterizzati da un elevatissimo grado di rischio. Questa convinzione è maturata in seguito all’uso distorto, incoerente e talvolta troppo disinvolto dei derivati che ha provocato in passato il tracollo di diversi colossi finanziari e industriali (il dissesto della banca Barings e del gruppo petrolifero Neste a metà anni ’90 costituiscono due esempi emblematici a tal riguardo). Inoltre, al crescente utilizzo ed al sempre maggiore livello di complessità tecnica dei prodotti derivati, non ha fatto seguito, soprattutto in Italia, un’adeguata diffusione di “cultura” degli stessi e della loro elevata, ma relativa alle modalità di utilizzo, rischiosità intrinseca. Il che evidenzia l’esigenza di approfondirne le complesse tematiche per incentivarne un utilizzo più appropriato da parte del grande pubblico. E’ opportuno precisare che i derivati, in particolare le opzioni, sono nati con la precisa finalità di copertura dei rischi finanziari. Il meccanismo fondamentale delle operazioni sulle opzioni si basa infatti sul principio che una controparte avverte il bisogno di sottrarsi ad un determinato rischio mentre l’altra è disposta a correrlo. In virtù di questo meccanismo l’opzione è da considerarsi il più potente e versatile tra i nuovi strumenti finanziari sviluppati da mercati privati. L’opzione infatti conferisce il diritto, ma non l’obbligo, a colui che la possiede in qualità di acquirente, di comprare una determinata attività sottostante (azione, paniere di azioni, materia prima, ecc.) ad un prezzo prefissato, entro una determinata scadenza.  

La sua particolarità, che la rende unica di fronte a qualsiasi altro strumento finanziario, consiste nella cosiddetta “asimmetria” della posizione. Tale caratteristica consente all’acquirente del contratto di stabilire nel momento stesso della transazione la cifra massima che è disposto a perdere senza nel contempo precludergli la possibilità di partecipare all’eventuale movimento ipotizzato sul mercato sottostante, e di realizzare profitti illimitati e percentualmente molto rilevanti. Lo strumento incorpora pertanto una sorta di stop loss automatico, che agirà senza bisogno di alcun intervento esterno. La possibilità di operare anche nella veste di venditore dell’opzione, e di aprire simultaneamente posizioni su più opzioni con caratteristiche diverse, apre un ventaglio di combinazioni e di strategie il cui limite è determinato solo dall’estro, dalla fantasia e dall’audacia del trader. Lo scopo del presente articolo è quello di analizzare ed approfondire le tematiche relative alle opzioni, con particolare riguardo al mercato italiano, in maniera tale da effettuare una corretta valutazione sui rischi/opportunità che le stesse possono offrire nell’ambito di particolari strategie di investimento. Il lavoro si articolerà in quattro parti: questa introduzione e tre articoli successivi, in ciascuno dei quali andremo ad analizzare, senza alcuna pretesa di esaustività, una dimensione specifica delle strategie realizzabili con le opzioni.

1. - Le strategie di copertura o Hedging

Le operazioni sulle opzioni concluse a scopo di copertura, o hedging, si propongono di neutralizzare le conseguenze negative di variazioni avverse, o comunque inattese, nei prezzi delle attività che si detengono in portafoglio, o che si ha intenzione di acquistare. Questa dimensione strategica va a recuperare il motivo principale che ha determinato la nascita delle opzioni e ad esaltarne la funzione originaria: quella del controllo e della limitazione del rischio di portafoglio. Sappiamo bene che l’investimento sui mercati finanziari comporta una rischiosità che presenta due componenti diverse: quella specifica e quella sistematica. In relazione a queste due componenti di rischio si individuano diverse modalità di copertura che si caratterizzano per una componente speculativa via via crescente. Si parlerà quindi di “hedging puro” quando si avrà come scopo principale quello di neutralizzare il rischio sistematico di portafoglio (ad esempio, in caso di portafoglio azionario si utilizzeranno opzioni sul benchmark di riferimento, quindi index options). Quando invece la finalità perseguita sarà quella di controllare la variabilità di alcune singole componenti, ad esempio di alcune azioni componenti un portafoglio, si tratterà di “hedging selettivo” (in questo caso si utilizzeranno stock options). Le operazioni volte a fronteggiare bisogni futuri aventi manifestazione certa sono ricomprese nel cosiddetto “hedging di anticipazione”, che coinvolge prevalentemente commodities e materie prime necessarie nei processi di produzione industriale, e che non si basa su posizioni già detenute a pronti. (continua…)

2. - Le strategie speculative direzionali: position, spread e combo 

Il trader che non agisce al fine di garantirsi la copertura di una posizione aperta, ma opera con lo scopo principale di ottenere ingenti profitti, tendenzialmente sulla base delle proprie previsioni circa l’andamento di prezzo delle attività sottostanti, esalta invece la funzione speculativa delle opzioni. La differenza rispetto alla copertura risulta abbastanza evidente: l’hedger utilizza opzioni per diminuire un rischio a cui è già esposto, mentre il trader le sfrutta per assumersi un rischio che comporta opportunità di profitti notevoli. L’ottica dei due operatori è esattamente opposta. In questo senso le opzioni presentano un vantaggio piuttosto rilevante: consentono all’investitore di impiegare un capitale nettamente inferiore rispetto a quello richiesto da un investimento nell’attività sottostante, e quindi di realizzare eventualmente profitti che sono percentualmente molto più elevati (cosiddetto effetto leva). Il rovescio della medaglia, e cioè il principale svantaggio, è dato dal fatto che la previsione effettuata dovrà verificarsi entro una determinata scadenza, altrimenti l’intero investimento andrà perduto. Le modalità tipiche di trading realizzabili con le opzioni possono essere suddivise in tre grandi categorie: posizioni semplici o position trading; strategie spread (verticali, orizzontali e diagonali); strategie combo o combination (combinazioni di opzioni call e put). (continua…)

3. - Le strategie market neutral o trading di volatilità

La terza dimensione specifica delle strategie implementabili con le opzioni è indubbiamente quella più avanzata e complessa, di conseguenza la più affascinante, e implica una conoscenza e uno studio molto approfonditi di questi strumenti. Si tratta del cosiddetto trading di volatilità, un particolare tipo di operatività che mira a trarre profitti non dai movimenti direzionali del prezzo dell’attività sottostante ma dai differenziali, tra la volatilità storica e quella implicita nei prezzi delle opzioni stesse, che si manifestano in particolari momenti di mercato. La finalità principale di queste strategie non è quella di realizzare profitti particolarmente elevati, quanto piuttosto regolari e costanti nel tempo. Questo implica per il trader di operare prevalentemente nella veste di venditore di opzioni, e non di acquirente, e di assumersi rischi talvolta molto elevati che possono tuttavia essere modulati e controllati ponendo in essere strutture e combinazioni di opzioni molto particolari. Nell’ambito di queste strategie si distinguono le delta neutral, le gamma-delta neutral, e il trading di volatility skew. (continua…) 

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©dott. Pier Paolo Soldaini – ®XTraderNet – www.xtradernet.blogspot.it - Riproduzione riservata

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