venerdì 31 ottobre 2014

L'oro segna nuovi minimi degli ultimi quattro anni.

Per ritrovare i valori che l'oro sta battendo sul mercato in queste ultime ore bisogna tornare indietro di oltre quattro anni, e precisamente al luglio del 2010. Il metallo giallo toccò allora un minimo relativo a 1157 dollari per oncia, livello che oggi viene avvicinato con un minimo a 1167, dopo la rottura dell'importantissimo supporto statico di medio e lungo periodo collocato a quota 1180 dollari. All'epoca però lo scenario tecnico era totalmente differente da quello di oggi, e la correzione a 1157 fu interpretata dal mercato come occasione di acquisto dato che il trend primario era saldamente positivo. Non è così oggi, considerando che il trend rialzista di fondo era già stato interrotto nel febbraio del 2013 con la discesa del prezzo sotto i 1650 dollari per oncia e la configurazione di un triplo massimo relativo a 1800. Il successivo repentino ridimensionamento dei valori da 1650 a 1200 dollari nella prima metà del 2013 ha fatto il resto, confermando l'inversione di tendenza di lungo termine. Dal luglio dello scorso anno il prezzo ha consolidato attorno a quota 1300 dollari, configurando un preciso rettangolo compreso tra 1180 e 1400 dollari per oncia (con un massimo relativo a 1433 segnato nell'agosto del 2013). Il cedimento del supporto statico a 1180 di oggi, se dovesse essere confermato da una chiusura settimanale sotto questo stesso livello, andrebbe a connotare il rettangolo individuato come probabile fase distributiva, e quindi come figura di continuazione ribassista. L'ampio canale discendente, iniziato dal picco di massimo storico a 1926 dollari toccato nel settembre 2011, va a definire un primo target in area 1030/1050 dollari (base del canale stesso). L'area psicologica dei 1000 dollari, se dovesse essere interessata, dovrebbe tuttavia innescare successivamente una reazione in pullback. Se invece il prezzo dell'oro dovesse recuperare quota 1180, e superare nelle prossime settimane l'area di resistenza di breve a 1240 dollari, allora il rettangolo rimarrebbe valido, e verrebbe confermato lo scenario neutro di medio periodo. In questo caso il prezzo potrebbe risalire ancora una volta verso quota 1400 dollari. Il ritorno della positività è atteso solo sopra quota 1530 dollari per oncia, livello di resistenza statica dal quale transiterà nelle prossime settimane la parte superiore del canale discendente citato, e che risulta troppo lontano dai livelli attuali per essere interessato in tempi brevi. Da privilegiare dunque un'operatività di tipo short, come abbiamo sempre suggerito in questi ultimi tre anni, a partire dall'estate del 2011. Riproponiamo a tal proposito un articolo sull'oro di quel periodo, ripubblicato sul blog XTraderNet a dicembre del 2011, e ripreso da molti blog e portali finanziari. Tale articolo suscitò accese polemiche soprattutto da parte di tutti quei rialzisti incalliti che sostenevano che il prezzo del metallo giallo avrebbe raggiunto i 4000 dollari per oncia in poco tempo! Buona lettura.

L’oro a 1600 dollari luccica un po’ meno. Fine dell’abbaglio? (articolo del 21 dicembre 2011)

Alla luce dei ribassi che il prezzo dell’oro ha accusato negli ultimi quattro mesi, passando da 1926 dollari l’oncia agli attuali 1600, riproponiamo questo nostro articolo della scorsa estate al quale abbiamo aggiunto ulteriori considerazioni di natura fondamentale e tecnica. A nostro modo di vedere il metallo giallo ha raggiunto un top di lungo periodo con il picco di settembre 2011, ed è destinato a tornare in una fascia di valori compresa tra i 300 e i 600 dollari l’oncia nel giro di pochi anni.

Non mi stancherò mai di ripetere questo elementare concetto: l´oro ha un valore simbolico. Esattamente come la cartamoneta. E’ ciò che ci ha insegnato, avendolo imparato a sue spese, la figura leggendaria di Re Mida, che rischiò di morire di fame per aver ricevuto da Dioniso il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava. E a loro spese lo impararono anche gli spagnoli tra il XV e il XVI secolo: le scorribande di Cortès e Pizarro in America Latina per accaparrarsi tonnellate d'oro (e d'argento) contribuirono solo a distruggere due civiltà (Aztechi e Incas) mentre la Spagna rimase al palo e si ritrovò più povera di prima, ancorata ad un vetusto modello economico feudale. Questo perchè l'oro di per sè non è sufficiente a far decollare un'economia, proprio per il motivo che non è in  grado, da solo, di portare ricchezza. Anche un bambino sa che l’oro è un metallo e di conseguenza non si mangia, non si beve, e non ha altro impiego se non quello di fabbricare monili. Si calcola infatti che il valore industriale dell'oro sia pari a circa 100 dollari l'oncia, proprio per le sue limitatissime applicazioni produttive (gioielleria, elettronica), mentre altri metalli “preziosi” che hanno un prezzo di mercato inferiore, come platino e palladio, ne hanno molte di più. Quindi a che cosa serve l’oro? Perchè nella mente delle persone viene sempre associato a concetti quali ricchezza, valore, opulenza? E perché si tende ad identificarlo come bene rifugio nei momenti di crisi?

1. - L'oro allo stato grezzo
L’oro non ha alcun valore intrinseco, proprio come la moneta, e rappresenta semplicemente un succedaneo della stessa come intermediario degli scambi: l’oro può essere infatti convertito in valuta, oppure direttamente in beni che hanno valore intrinseco (cibo, vestiti e altro) ma solo in presenza di un mercato efficiente. Se dovesse verificarsi un collasso monetario/economico (cioè uno dei principali scenari che provoca paura nelle persone, e che determina l’accumulo dell’oro come bene rifugio) diventerebbe praticamente impossibile convertire oro con valuta pregiata. Si svilupperebbe un mercato spezzettato in tanti mercati locali, con una fila interminabile di intermediari, e quindi con un’efficienza bassissima, all’interno dei quali si tenterebbe addirittura di barattare il metallo, e il suo prezzo dunque crollerebbe. Del resto anche la storia recente dimostra la validità di questo concetto: chiunque abbia trascorso un periodo di vacanza in Croazia negli anni ’90, pochi mesi dopo la fine della guerra di secessione jugoslava, avrà avuto modo di imbattersi in donne e ragazzi che pullulavano nelle strade delle cittadine offrendo gioielli d’oro per meno di mille lire il grammo (quando all’epoca quotava attorno a 15000 lire il grammo). A parte i turisti, nessun croato era lì a comprarlo, proprio perché la gente del posto non sapeva cosa farsene essendo il denaro più facilmente convertibile in alimenti e altri beni di prima necessità. Perché proprio questo è il punto: l’oro assume valore (sempre e comunque convenzionale) in una società avanzata, che ha già soddisfatto ampiamente i bisogni primari, e che comincia ad attribuire un valore crescente a quelli voluttuari, tra i quali vi è appunto il possesso di monili in metallo e pietre “preziose” da ostentare in pubblico.  Accumulare oro per proteggere il potere d’acquisto, e per conservare la ricchezza nel tempo, in vista di un possibile evento catastrofico (in termini economici) risulta dunque un vero e proprio paradosso: proprio perché il verificarsi di quello stesso evento dal quale l'oro ci dovrebbe proteggere ne farebbe crollare improvvisamente il valore

2. - La conchiglia cauri
L’oro viene percepito dalla maggioranza delle persone come “prezioso” semplicemente per un fatto di cultura. Esattamente come lo era la conchiglia cauri in Africa tra il 1300 e il 1850. La sua bellezza e lucentezza, la sua rarità, ne facevano un oggetto desiderabile sotto forma di monili, collane, braccialetti, ma totalmente inutile. Questa conchiglia veniva utilizzata come vera e propria moneta negli scambi commerciali, e aveva anche un rapporto di cambio con le valute e con l'oro. Sopravvisse fino ai primi del '900, quando l'occidente, o meglio, gli Stati Uniti, decisero di metterla improvvisamente fuori legge, distruggendo da un giorno all'altro le ricchezze accumulate da tanti commercianti e mercanti di schiavi. Il sogno di tesaurizzare ricchezza attraverso l’accumulazione di pietre e metalli preziosi è vecchio come il mondo, tanto vecchio quanto illusorio. Esso è radicato nella nostra cultura dai miti e dalle leggende, dalle fiabe e dalle favole, che ci vengono raccontate dai nonni fin da quando siamo bambini. Accumulare oro fisico, o qualsiasi altro metallo o pietra preziosa, equivale a riempire di cartamoneta il materasso. Il prezzo dell’oro infatti è soggetto a fluttuazioni di mercato, e quindi può salire, impennarsi, oppure scendere e crollare. E’ salito nei primi anni ’70, si è impennato, poi è sceso ed è crollato negli anni ’80-90. Dal 2000 in poi è tornato a salire, e negli ultimi mesi si è impennato nuovamente fino a tornare sui picchi di valore “reale” degli anni ’70-’80. Ma questa è la storia di tutte le attività finanziarie e non. Azioni, obbligazioni, monete e materie prime, quadri e opere d’arte, bulbi di tulipano.

3. - Prezzo nominale e "reale" dell'oro a confronto
Proviamo infatti ad osservare il grafico proposto che rappresenta l’andamento del prezzo nominale dell’oro (linea spezzata gialla), e il suo valore “reale” (linea spezzata arancio), cioè deflazionato. Per costruire tale grafico abbiamo utilizzato i valori medi mensili per ogni anno di riferimento a partire dalla fine degli anni 60/inizio anni 70 (crollo del sistema valutario a cambi fissi o Gold/Dollar standard) ad oggi. Utilizzando i valori settimanali o giornalieri si otterrebbe un picco massimo (anni’70-80) un po’ più in alto, ma questo non influisce sul concetto che si intende esprimere. La sinusoide in colore verde è un’interpolazione tramite una funzione polinomiale di grado 6, che sintetizza bene l’andamento della curva del valore “reale” del metallo giallo negli ultimi quarant’anni. Ad un primo colpo d’occhio si può facilmente osservare che tutti coloro che avessero iniziato a tesaurizzare ricchezza sotto forma di oro a partire dagli anni ’80, avrebbero perso circa il 60% del potere di acquisto da lì al 2000. Il prezzo dell’oro (nominale), dopo lo strappo al rialzo nella seconda metà degli anni ’70, ha infatti oscillato attorno ai 300 dollari per oncia per i successivi vent’anni. Il suo valore reale è dunque diminuito del 60% circa a causa del tasso di inflazione.

4. Grafico dell'oro a dicembre 2011
Oggi il metallo giallo quota attorno ai 1600 dollari l’oncia, ed è pressochè impossibile prevedere se il prezzo sia giunto al capolinea dopo il picco massimo raggiunto quest’anno a quota 1926 dollari. A nostro modo di vedere si è chiuso un ciclo, e il prezzo dell’oro sarà destinato a tornare da qui a pochi anni, per motivazioni di natura fondamentale, verso valori compresi tra 300 e 600 dollari l’oncia. Secondo l’analisi tecnica il top di settembre 2011 potrebbe rappresentare un massimo di lungo periodo difficilmente superabile, e il ritorno del prezzo sotto i 1500 dollari l’oncia fornirebbe una conferma in questo senso ponendo fine al trend primario rialzista che ne ha caratterizzato l’andamento negli ultimi tre anni. Tuttavia l’abbaglio che il luccichìo sfavillante del metallo giallo è in grado di provocare negli uomini potrebbe protrarsi ancora per qualche tempo, almeno fino a quando l’uomo non si renderà definitivamente conto di quanto sia scarsa la sua effettiva utilità. E allora il mito del metallo “prezioso” rischierà di sgretolarsi, così come quello delle bellissime conchiglie cauri.

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