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Dopo il forte recupero dell'equity italiano nelle ultime tre sedute, potrebbe apparire illogico posizionarsi al rialzo proprio perchè le quotazioni dei principali titoli azionari, che compongono il paniere Ftse Mib, sono risalite quasi del 14%. L'indice è infatti passato dai 12300 punti (min realizzato 12285) fin sopra quota 14000, e oggi si prende una pausa fisiologica ripiegando a 13800. Se però guardiamo il grafico da lontano ci accorgiamo che le quotazioni sono parecchio distanti dai massimi relativi degli ultimi tre anni, fatti registrare nei pressi dei 24500 punti nell'ottobre del 2009. E ancora più distanti dai massimi di cinque anni fa, quando il paniere quotava 44300 punti, esattamente nel maggio del 2007. Del resto, pensare che le quotazioni azionarie possano tornare in tempi brevi a questi livelli è da escludere categoricamente. Tuttavia i valori attuali si trovano appena sopra quelli di vent'anni fa, un po' come se nell'arco di due decenni non fosse accaduto assolutamente nulla. I prezzi delle azioni italiane sarebbero dunque decisamente a buon mercato, soprattutto dal punto di vista dei fondamentali, nonostante la rivalutazione di questi ultimi giorni. Anche dal punto di vista tecnico avevamo già segnalato l'area 12300 come importante supporto statico di lungo periodo, facilmente riscontrabile sul grafico settimanale che si spinge indietro fino al 1990. La curva è chiaramente ottenuta rettificando opportunamente i dati storici di Mib30 e S&P Mib40, unendoli a quelli del Ftse Mib. Il picco minimo del 1992 si trova attorno all'area degli 8200 punti, mentre altri supporti rilevanti si possono individuare a 11800 e 10800 punti circa. Ribadiamo il concetto che riuscire ad aprire posizioni in acquisto a ridosso dei minimi è un esercizio particolarmente difficile, ed esula dagli obiettivi di un trader. In ogni caso il doppio test dell'area 12300 tra il marzo 2009 e i giorni scorsi potrebbe aver generato con buona probabilità un doppio minimo di lungo periodo, e le prime conferme in questo senso si avrebbero con il ritorno dell'indice sopra 14600 punti. In tale eventualità lo sviluppo della curva vedrebbe un riassestamento attorno a quota 15000 con target massimale collocabile a 17000/100 punti. Cominciare a costruire un portafoglio di titoli ai livelli attuali, soprattutto in un'ottica di medio e lungo periodo, non sarebbe da considerare una mossa sbagliata, a prescindere dal fatto che i valori possano ulteriormente ridimensionarsi: il rischio di perdere l'inizio di un nuovo trend primario positivo risulta infatti più elevato rispetto al rischio che si dovrebbe correre in caso di nuovi arretramenti del paniere. I margini di ribasso restano molto risicati e nelle fasi di correzione delle ultime settimane non si sono visti importanti volumi in vendita. Eventuali cedimenti del livello 12300 saranno da considerare occasioni per accumulare nuovi acquisti, a prezzi ancora più favorevoli, a ridosso degli 11800 punti. Il target dei 17000 punti rimane valido per la fine di settembre soprattutto se il mercato dovesse consolidare agli attuali livelli e ripartire nelle prossime settimane superando l'area dei 14600 punti, movimento che andrebbe a decretare la fine del trend negativo in atto dal febbraio del 2011 (trendline rossa discendente).
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