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Il titolo Mediolanum si appresta a chiudere la settimana con un guadagno vicino al 10%, e resta uno dei nostri preferiti tra i bancari per motivazioni di natura fondamentale, che avevamo già espresso in un precedente articolo. La società di Basiglio è tra le pochissime banche a non avere necessità di una ricapitalizzazione, e a partire dallo scorso settembre ha registrato una notevole sovraperformance rispetto al settore di appartenenza. Il gruppo di Ennio Doris si è apprezzato infatti del 37,5% circa in poco meno di quattro mesi, passando da 2,18 euro agli attuali 3,01, a fronte di un indice Ftse all-share banks che è rimasto sostanzialmente invariato a 8700 punti.
Mediolanum ha ricominciato a salire con decisione dopo aver realizzato un doppio minimo tra 2,15 e 2,18 euro tra agosto e settembre 2011. Il rimbalzo scaturito da questa configurazione non è andato oltre l'area psicologica dei 3,00 euro, livello testato più volte tra ottobre e dicembre e dimostratosi molto sensibile alle vendite. I prezzi hanno consolidato attorno all'area 2,60/65 euro, e nel breve termine tendono a delineare una moderata positività a seguito di una serie di minimi relativi crescenti che hanno consentito di mettere a segno un primo tentativo di breakout, con massimo relativo a 3,15 euro (segnato oggi). In corrispondenza delle long white candles è possibile notare un incremento dei volumi sopra la media degli ultimi quattro mesi. La fascia di resistenza statica compresa tra 3,00 e 3,07 euro sembra un ostacolo molto difficile da superare, e nelle prossime sedute potrebbe rendersi necessaria una verifica tra 2,88 e 2,95 euro prima del breakout decisivo, che aprirebbe la porta per un target in area 3,35/40 euro (un ulteriore apprezzamento del 13% dai livelli attuali). Passando ad osservare il grafico settimanale risulta chiaro il trend negativo di lungo periodo che deprime le quotazioni a partire dal 2006. La resistenza dinamica discendente primaria che definisce questo trend, e che unisce tutti i massimi relativi decrescenti, transita attualmente in area 3,50 euro. Analizzando con le fasce volumetriche l’andamento degli scambi negli ultimi tre anni è possibile notare l’importanza del livello posto a 3,40 euro, area di rilevante concentrazione delle negoziazioni. Essa rappresenta dunque il vero spartiacque per il ritorno di una tendenza positiva di lungo periodo, che vedrebbe come primo importante target la zona dei 5,00 euro e come obiettivi intermedi 4,10 e 4,50 euro. L’attuale gamba rialzista di breve periodo potrebbe tuttavia assumere la valenza di semplice pullback tecnico verso quota 3,40, considerando anche la contrazione volumetrica che fino ad ora l’ha accompagnata. L’eventuale test di 3,40 euro con mancato breakout e successivo ritorno delle quotazioni sotto 3,00 euro andrebbe a confermare questo scenario. Il ritorno sotto quota 2,65 dagli attuali livelli, renderebbe improbabile il raggiungimento dei 3,40 euro, e andrebbe ad indebolire il tentativo rialzista riportando le vendite sul titolo, con possibile discesa a 2,40 e poi 2,15 euro.
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