venerdì 30 dicembre 2011

L'oro adesso ha veramente rotto il supporto. IL trend primario sta cedendo.

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Nel precedente articolo sul metallo giallo ci eravamo concentrati prevalentemente sulle considerazioni di natura fondamentale per esprimere una valutazione sulla probabile fine di un ciclo speculativo di lungo periodo, mentre la parte dedicata all’analisi tecnica era stata volutamente più sintetica. Alla luce del  movimento discendente effettuato dal future sull’oro nelle recenti sedute, torniamo ad approfondire l’analisi tecnica per mettere bene in evidenza il primo importante segnale d’inversione ribassista che è arrivato in seguito a tale movimento. Con la violazione al ribasso dei 1580 dollari per oncia il future sull’oro ha ceduto infatti la parte inferiore del canale rialzista primario iniziato dai minimi del 2008. La rottura è ben visibile sul grafico weekly, sul quale abbiamo evidenziato anche l’importante supporto statico a 1565 punti, ceduto anch’esso. Da notare inoltre la serie dei tre massimi relativi decrescenti (in sequenza: 1926, 1803 e 1758/65 dollari) nell’arco di poco più di tre mesi, che assume un’inclinazione piuttosto ripida e difficilmente riscontrabile negli ultimi tre anni.

Passiamo adesso ai grafici giornalieri. Nella precedente analisi avevamo fatto un cenno alla figura triangolare, dalla quale il prezzo è uscito al ribasso con il repentino crollo nella seconda settimana di dicembre, e la riproponiamo nel secondo  grafico. Essa determina una proiezione in area 1400 dollari per il breve periodo, in coerenza con il triplo massimo decrescente sopra citato.

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Allargando il grafico è possibile inoltre rilevare una configurazione di testa e spalle ribassista il cui target sarebbe peraltro già stato realizzato con la discesa da 1700 dollari a 1562 tra il 9 e il 15 dicembre. La reazione successiva non è andata oltre 1642 dollari, livello che è stato interpretato dal mercato come occasione per alleggerire le posizioni lunghe o aprire nuovi short, e il movimento ha così contribuito a realizzare un classico rising wedge (figura di continuazione ribassista) che ha portato alla decisiva interruzione del trend primario. Nelle prossime settimane saranno tuttavia necessarie delle conferme. La prima arriverebbe con la discesa sotto quota 1500 dollari, livello che rappresenta anche una sorta di supporto psicologico, e la seconda con la realizzazione del target posto a 1400 dollari, possibile anche in tempi brevi.

L’eventuale reazione dell’oro, considerando anche il livello di forte ipervenduto che si è venuto a creare in particolar modo sugli oscillatori leading, non dovrebbe avere molte chance di andare oltre la fascia di valori compresa tra 1642 e 1675 dollari l’oncia. Solamente il ritorno sopra quota 1750/60 dollari per oncia ci farebbe ricredere riguardo a quanto sopra, e un nuovo movimento speculativo sul metallo “prezioso” potrebbe in questo caso avere il sopravvento, ma quest’ultimo scenario ci sembra, allo stato attuale, quello con meno probabilità di realizzazione.

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Nel breve termine: la discesa fino a 1490/1500 potrebbe generare una reazione da eccesso di venduto e da ricoperture, con pullback tecnico che andrebbe ad estendersi nella fascia 1565/1580 dollari, esattamente sotto la base del trend primario ceduto. Da qui ci si attendono nuovi rovesci fino a 1450 dollari. L’eventuale rottura decisa dei 1500 dollari nei prossimi giorni potrebbe invece provocare un avvitamento delle quotazioni con movimento analogo a quello verificatosi tra il giorno 8 e il giorno 15 dicembre, che porterebbe il future direttamente verso il target a 1400.

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