|
(Clicca per ingrandire) |
|
(Clicca per ingrandire) |
|
(Clicca per ingrandire) |
Le continue notizie riguardo l'(im)probabile default degli USA hanno alimentato ancora la speculazione ribassista, e non solo a casa nostra. Il saliscendi è proseguito anche al Nyse e nella seduta di ieri l'indice S&P500 ha ceduto due punti percentuali andando a configurare una long marubozu black. Tecnicamente, a parte le sparate dei media mainstream e quelle di una folta schiera di blogger zelanti, è cambiato poco o nulla e gli storni dell'azionario restano occasioni di acquisto soprattutto in quei mercati che sono rimasti al palo negli ultimi due anni, Piazza Affari in primis. Sul grafico dell'indice S&P500 possiamo rilevare tre massimi lievemente decrescenti a partire dall'inizio di maggio, ma lo scenario resta sostanzialmente neutro da inizio anno, con un andamento compreso in un range di circa 100 punti tra il supporto statico a 1250 e l'area di resistenza a 1340/50 (se escludiamo l'escursione intraday fino a 1370 punti del 2 maggio). L'area di polarizzazione dei corsi rimane dunque quota 1300, punto più punto meno, mentre il trend primario è ancora saldamente orientato al rialzo. La media mobile a 200 sedute resta inclinata positivamente e costituisce il principale sostegno ai corsi azionari, come dimostra il doppio test avvenuto nella seconda metà dello scorso giugno. La fascia di valori compresa tra 1285 (mm a 200 gg) e 1300 punti potrebbe essere testata nuovamente nelle prossime sedute. Al di sotto di essa troviamo il supporto dinamico primario, che costituisce la base del trend in corso dal 2009, in zona 1270. Osservando il grafico settimanale possiamo chiaramente rilevare il trend primario positivo ancora in essere, al quale, lo ribadiamo, mancherebbe ancora un'onda 5 rialzista che avrebbe come proiezione l'area compresa tra 1560 e 1600 punti da qui a fine anno. Il superamento di quota 1370 sarebbe un primo segnale di conferma di questa ipotesi di sviluppo, che avrebbe come immediato target di breve l'area posta a 1425 punti. La fascia di valori compresa tra 1230 e 1270, invece, dovrà essere in grado di sostenere gli acquisti, altrimenti un'eventuale discesa sotto questi livelli (1230) confermata su chiusura settimanale sarebbe da interpretare come un primo segnale di esaurimento del trend. In questo caso sarebbe il modello evolutivo parabolico a prevalere sulla prima ipotesi, cioè neutralità del mercato con un andamento in un range compreso tra 1050/70 e 1230/50 punti per i prossimi mesi. Diamo un'occhiata anche al VIX, che negli ultimi giorni è salito attorno al 23%, una soglia che non viene superata dallo scorso marzo, quando l'indicatore raggiunse il 29,4%. Piccolo campanello d'allarme dunque dalla volatilità implicita che aumenta il divario con quella storica (calcolata a 90gg) ancorata da inizio anno attorno al 13% (min 10,87% - max 13,78%).
Nessun commento:
Posta un commento