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Nonostante l'esito positivo degli stress test, comunicato a mercati chiusi nella giornata di venerdì scorso, la settimana a Piazza Affari si apre male per il settore bancario. L'indice Ftse all-share banks continua ad indebolirsi e torna a ridosso dei 13000 punti confermando il trend negativo in atto dallo scorso febbraio. Negli ipotetici scenari non è stato preso in considerazione un eventuale haircut (parziale default) da parte della Grecia, che avrebbe un impatto determinante sul settore. Per il momento il mercato continua a vendere titoli bancari a livello europeo, e anche i titoli del comparto italiano vengono colpiti duramente nonstante i recenti ribassi. Unicredit, MPS, Intesa e pop. Milano perdono oltre il 3%, mentre Banco Popolare registra una flessione che va oltre il 4%. UBI e Mediobanca limitano le perdite al 1,5%, e Mediolanum cede mezzo punto percentuale. L'indice del settore resta a ridosso della base del canale discendente di medio periodo che passa attualmente a quota 13000 punti, e l'eventuale rottura di questo livello potrebbe far continuare le vendite fino a 12170 punti. Il primo segnale positivo arriverebbe in caso di recupero dell'area 14200, ma solo il ritorno sopra 16000 punti potrebbe far pensare ad una definitiva inversione di tendenza.
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