Sembra che l'accordo per la soluzione della crisi greca sia stato trovato, o che comunque si sia sulla buona strada. E' quanto emerge dalla bozza del vertice di Bruxelles, nella quale si prevede un allungamento della scadenza del prestito da parte del fondo di stabilità (EFSF) da 7,5 ad almeno 15 anni, con un tasso d'interesse pari al 3,5%. Il costo di ricapitalizzazione del sistema bancario greco è stato stimato attorno ai 25 miliardi di euro. Al pacchetto di aiuti parteciperà anche il settore dei creditori privati, secondo uno schema a tre opzioni, non ancora ben definito nei dettagli: buyback, rollover o swap sui bond greci. Questo schema verrebbe applicato anche a Irlanda e Portogallo. Resta tuttavia l'incognita del cosiddetto default selettivo, ovvero un parziale default, che non è stato escluso dalle ipotesi.
Quindi in sostanza: a) si utilizzerà il fondo EFSF per effettuare acquisto di bond del debito dei paesi periferici, e per ricapitalizzare il sistema bancario greco; b) Torna in campo l'ipotesi di un haircut "selettivo" (un default parziale), eventualmente tutto da definire.
Nel frattempo i titoli bancari sono saliti con forza in pochi minuti: dal +10% di Intesa-S.Paolo, agli oltre otto punti percentuali di Unicredit, Banco Popolare, UBI banca, MPS, fino al +6% di pop. Milano e i +5% di Mediobanca e Mediolanum. Il mercato dunque punta su una soluzione della crisi in tempi stretti.
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