mercoledì 4 agosto 2010

Eurostoxx 50 (Analisi e grafico del 30 luglio 2010)



Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una sorta di decoupling (disallineamento) tra i dati dell’economia reale e l’andamento dei listini azionari mondiali. A fronte di un continuo peggioramento degli ordinativi di beni durevoli e delle vendite al dettaglio, di un netto calo della fiducia dei consumatori americani, e di un mercato immobiliare nella peggior fase di stallo degli ultimi quarant’anni, gli indici borsistici hanno ricominciato a salire strizzando l’occhio agli utili delle aziende, risultati migliori del previsto. Del resto è anche giusto che sia così. C’è chi sostiene infatti che un indice borsistico non deve fare altro che incorporare e sintetizzarel’andamento degli utili e le aspettative future delle società che lo compongono. L’indice Eurostoxx50 ha dunque ripreso a salire dopo una fase correttiva di brevissimo termine che lo aveva riportato a testare, per la quarta volta consecutiva in due mesi, l’area di supporto a 2500 punti. Il mercato si sta muovendo a ridosso della soglia critica di resistenza collocabile in area 2790/2800, livello dal quale transita anche la media mobile a 200 giorni. Tale resistenza sta contenendo ancora una volta i tentativi di ritorno verso i massimi, esattamente come già accaduto a maggio e nella seconda metà di giugno. Lo scenario rimane per il momento neutro nel medio e lungo termine, ma in netto miglioramento nel breve. La volatilità storica a 90 giorni si è stabilizzata attorno al 31% dopo la forte impennata di maggio, mentre quella implicita scambiata sul mercato delle opzioni (indice VIX) ha registrato un calo, e si attesta al 25%. L’oscillatore stocastico slow sta entrando nell’area di ipercomprato, mentre il Macd si conferma sopra la trigger line in territorio positivo. In base alla combinazione di questi elementi è possibile ipotizzare uno scenario moderatamente positivo per le settimane a venire, che si concretizzerebbe con il superamento confermato dei 2800 punti. Gli obiettivi si possono individuare in questo caso a 2925/50 e poi 3030. La permanenza sotto i 2800 punti, e il cedimento di 2745, potrebbero riportare qualche vendita cautelativa con probabile lieve correzione fino a 2620 punti. Solo il ritorno sotto quest’ultimo livello, in concomitanza con un aumento del VIX oltre i 30 punti percentuali, provocherebbe una nuova ondata di vendite e indurrebbe gli operatori a liquidare le posizioni rialziste e soprattutto a volgere lo sguardo verso tutti quegli elementi dell’economia reale che adesso fingono di non (o non vogliono) vedere.

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