mercoledì 30 gennaio 2013

S&P500 raggiunge i 1500 punti. I massimi assoluti del 2007 sono dietro l'angolo.

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Considerando l'andamento dell'economia reale negli ultimi tre/quattro anni probabilmente nessuno avrebbe scommesso sul fatto che l'equity americano si sarebbe trovato oggi ad un passo dal massimo storico segnato a 1576 punti nell'ottobre del 2007. Da parte nostra ci eravamo pronunciati sul possibile raggiungimento dei 1500 punti di S&P500 già nell'estate del 2011, ed è andata proprio così. Dopo il minimo relativo del marzo 2009, registrato a 666 punti, il principale paniere azionario americano ha guadagnato qualcosa come il 125% in meno di quattro anni. Si sa che i mercati finanziari tendono ad anticipare l'andamento dell'economia reale, e l'impressione che si ha osservando l'andamento degli indici azionari è quella di una ripresa già ampiamente scontata ed incorporata nei prezzi attuali, sebbene gli indicatori economici a stelle e strisce ci presentino una positività ancora timida e decisamente discontinua. Effettuate queste considerazioni non possiamo fare altro che arrenderci all'andamento del mercato azionario che, oltre all'eclatante performance precedentemente evidenziata, in poco più di due mesi si è apprezzato del 12%, mentre se allarghiamo la visuale dell'orizzonte temporale fino all'estate del 2012 e all'autunno del 2011 le performance salgono, rispettivamente, al 19% e a circa il 40%. Dal punto di vista tecnico lo scenario di fondo rimane chiaramente positivo e la recente correzione di ottobre e novembre, che aveva riportato l'indice S&P500 attorno a 1350 punti, è stata interpretata dal mercato come un'occasione per incrementare le posizioni al rialzo. Tuttavia è difficile pensare che da questi livelli, e con un rialzo del 12% alle spalle, il comparto dell'equity possa proseguire la sua marcia per attaccare i massimi assoluti. Gli attuali livelli potrebbero incentivare le prese di beneficio da parte, non solo di coloro che operano in un'ottica di breve e medio orizzonte temporale, ma anche degli operatori cassettisti e istituzionali che avendo preso posizioni lunghe tra il 2009 e il 2010 si trovano adesso con ampi margini di profitto. Osservando il grafico su time frame weekly è possibile individuare il trend primario all'interno del quale l'indice S&P500 è perfettamente inserito dal marzo del 2009. Esattamente un anno fa abbiamo assistito inoltre al breakout di un modello parabolico orientato al ribasso e relativo movimento di pullback a 1270 punti. Secondo lo schema di Elliot (che, lo ricordiamo sempre, non ci piace particolarmente) il trend primario presenta le classiche cinque onde di un ciclo rialzista con onda 1 realizzata tra marzo 2009 e aprile 2010, onda 3 tra luglio 2010 e maggio 2011, onda 5 attuale iniziata nell'ottobre 2011 e non ancora conclusa, mentre le 2 onde correttive si individuano rispettivamente tra aprile e luglio 2010 (onda 2), e tra maggio e ottobre 2011 (onda 4). L'indice si sta muovendo verso la parte centrale del trend primario positivo, che nelle prossime settimane coinciderà con quota 1560/75, in una quinta onda rialzista di un ciclo di medio periodo iniziato nell'autunno del 2011. L'eventuale raggiungimento dell'area 1560/75, in prossimità dei massimi assoluti potrebbe dunque determinare il completamento dei due trend positivi (primario e secondario) entrambi in onda 5, in coincidenza con il test dei massimi assoluti che ovviamente assumono il ruolo di forte resistenza statica e nel contempo psicologica. Un'osservazione anche sui volumi di scambio che risultano costantemente decrescenti, nella media, per tutto l'arco degli ultimi quattro anni. Spostandoci su un orizzonte temporale di breve termine, in un time frame giornaliero, possiamo notare il trend positivo in essere dallo scorso novembre che ha portato al breakout dei 1470 punti (resistenza statica di medio periodo) e al raggiungimento dei 1509 punti. L'indice si trova ora a contatto con la parte superiore di questo trend con una situazione di ipercomprato su tutti i principali oscillatori leading. Il breakout di 1510 potrebbe provocare un'ulteriore accelerazione speculativa fino all'area 1560/75 prima di una correzione. Sarebbe tuttavia più fisiologico un immediato ritracciamento in pullback tecnico fino a 1470 punti, ed eventualmente 1450, per una verifica del trend positivo in essere. L'eventuale ritorno sotto 1450 andrebbe a decretare la fine dell'attuale fase rialzista, e riporterebbe un trend più neutro con possibile andamento in trading range tra 1400 e 1470 punti. Scenario negativo solo sotto 1400 (media mobile a 200 giorni) con possibile arretramento fino a 1335/40 punti, ma questa ipotesi appare allo stato attuale quello con meno probabilità di realizzazione. Operativamente si possono solo mantenere le eventuali posizioni al rialzo già in essere, tenendo presente che l'eventuale breakout di 1510 punti porterebbe l'equity su valori molto favorevoli al realizzo dei profitti, e quindi l'apertura di nuove posizioni lunghe su tale movimento sarebbe da considerare una mossa troppo azzardata. Le correzioni in zona 1450/70 suggerirebbero l'incremento delle posizioni al rialzo solo se il movimento fosse accompagnato da volumi molto bassi. Il cedimento di 1450 sarebbe invece il trigger da tenere in considerazione per la chiusura della maggior parte delle posizioni in portafoglio e la conseguente realizzazione dei profitti conseguiti.

1 commento:

  1. S&P 500 risale bene. La quota è positiva, ma difficile di sapere se è il momento o non di lanciarsi in Borsa. Sempre difficile di valutare i rischi.

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