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Nella scorsa settimana l'indice azionario italiano si è mosso attorno a quota 17400 punti, in un range di circa 500 punti compreso tra 17200 e 17700 punti, e ha consolidato il forte rialzo delle ottave precedenti iniziato il 10 dicembre del 2012. Osservando il grafico su base settimanale possiamo rilevare una chiara resistenza statica collocabile nella fascia di valori compresa tra 17700 e 18000 punti, che potrebbe contenere i nuovi tentativi rialzisti nelle prossime sedute. Quest'area si era dimostrata molto sensibile agli acquisti in tre occasioni nei tre anni precedenti il 2012: nel luglio 2009, nel maggio del 2010 e nel luglio 2011. Nell'agosto dello stesso 2011 la decisa rottura al ribasso di questo supporto provocò un'ampia ondata di vendite con un ridimensionamento del paniere italiano fino a 13000 punti. Oggi possiamo considerare quest'area come uno spartiacque per la conferma della svolta positiva, che sembra già in essere dopo la formazione di un chiaro testa e spalle rovesciato di lungo termine. Tale configurazione si estende dal settembre 2011 fino ad oggi, e la classica neck line transita attualmente in zona 17000/200. Tuttavia appare decisamente improbabile che la crescita dell'azionario possa continuare da questi livelli con un tasso di sviluppo analogo a quello dell'ultimo mese di contrattazioni. L'equity italiano avrà bisogno certamente di un ulteriore consolidamento prima di poter ripartire verso target più ambiziosi. L'ipercomprato di breve termine appare infatti insostenibile, e il momentum ha bisogno di riequilibrarsi considerando anche le divergenze negative su alcuni oscillatori leading. L'eventuale breakout immediato dell'area 17700/18000 contribuirebbe solo ad accentuare il carattere speculativo dell'attuale rialzo, minandone la solidità e accentuando la volatlità di breve termine. Auspicabile dunque un movimento laterale compreso in un range molto stretto individuabile tra 17000 e 17700 punti, o più ampio fino a 16500 punti (movimento che andrebbe ad interessare il supporto dinamico ascendente di medio periodo). Difficilmente potremo ritrovare valori al di sotto dei 16300 punti nel breve termine, quindi non si ripresenteranno nuove occasioni di acquisto ai prezzi di dicembre sulla maggior parte dei titoli azionari. Storni controllati nell'area 16500/17000, soprattutto se accompagnati da volumi in contrazione, sarebbero da cogliere come occasioni per incrementare le posizioni rialziste eventualmente già aperte nell'area 14500/15000. Peraltro un ritorno confermato sotto 16500 imporrebbe un take profit su tutte le posizioni. Negatività attesa solo, come anticipato, sotto 16300 punti. In questo caso il trend positivo in essere dalla fine del luglio 2012 verrebbe interrotto e lo scenario tornerebbe alla neutralità con spazio di riaggiustamento fino a 14500/800 punti. In un orizzonte temporale di più breve respiro possiamo individuare un doppio massimo in zona 17700, con l'indice che mantiene perfettamente la trendline rialzista che definisce il ciclo positivo iniziato il 10 dicembre, passante attualmente a quota 17500. Il cedimento di questa trendline, e del successivo minimo relativo a 17200, andrebbero a completare il doppio massimo aprendo un ipotetico spazio di correzione fino a 16700 punti circa, facendo attenzione anche al gap up rimasto aperto su base daily a quota 16480 punti. Questo movimento non andrebbe a compromettere comunque il trend positivo di fondo, ma cosituirebbe una fisiologica pausa dopo il netto apprezzamento messo a segno tra dicembre e gennaio.
Questo è complicato molto tutto ciò. Meno male che i vostri posts sono là per portare delle spiegazioni su queste fluttuazioni incessanti in Borsa. Penso che vado ad investire in Opzioni.
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