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Nel precedente
articolo del 17 maggio scorso parlavamo del fatto che il mercato, preda del nervosismo, è dominato dai falsi segnali. Ecco che l'ennesimo movimento farlocco si è presentato puntualmente sull'S&P500 nell'ultima seduta del mese di maggio. L'indice aveva messo a segno un rialzo superiore all'1% superando la resistenza dinamica ribassista di breve termine a 1335, e oltrepassando anche l'importante resistenza statica a 1340 punti. Con questa risalita l'S&P500 era anche rientrato nel canale rialzista secondario in essere dall'agosto del 2010, lasciando ipotizzare una chiara ripresa del trend. Così non è stato. Nella prima seduta di giugno l'indice ha accusato una flessione piuttosto pesante, e ha ceduto il 2,3% circa, rimangiandosi completamente il rialzo delle quattro sedute precedenti. Sul grafico possiamo notare la marubozu black con engulfing bearish. Il segnale è forte, considerando che per ritrovare un ribasso di questa entità dobbiamo risalire al 11 agosto 2010, quando il paniere americano lasciò sul campo il 2,8%. La facilità con la quale gli operatori possono ritrovarsi spiazzati nel trading di brevissimo termine è disarmante, lo avevamo detto e lo ripetiamo ancora una volta. Lo scenario sarà ancora più difficile da interpretare proprio per la volatilità in aumento che potrebbe generare nuovi falsi segnali anche al ribasso. Attenendoci scrupolosamente all'analisi tecnica l'area di supporto da monitorare resta fissata sui 1300 punti (1294 se proprio si vuole essere precisi), livello al quale si sono formate entrambe le spalle della formazione di head & shoulders rovesciata. Un movimento al di sotto di quest'area andrebbe a negare la configurazione di continuazione e fornirebbe un pesante segnale d'inversione ribassista, che avrebbe come primo importante target in area 1250 (base del trend primario positivo in atto dal 2009). In questo caso lo scenario di fondo rimarrebbe ancora a favore dell'equity, anche se nel medio termine ci si sposterebbe su un trend più neutro che implicherebbe il consolidamento delle posizioni raggiunte in due anni di rialzo. In questo senso il mercato potrebbe attraversare una fase di trading range compreso tra 1230/50 e 1350/70 punti, una sorta di stand by in attesa di segnali più chiari dal fronte macroeconomico. Non si escludono tuttavia ulteriori falsi segnali (bear trap) in caso di discesa sotto 1300 e veloce recupero dello stesso livello, considerando anche che la fascia di valori compresa tra 1300 e 1340 costituisce una sorta di area polarizzante ormai da inizio anno.
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