Unicredit si muove al ribasso dall'autunno del 2015, in un orizzonte temporale di medio periodo, con il trend ben delineato dalla resistenza dinamica discendente che passa attualmente a 2,70 euro, e che nei giorni scorsi aveva interessato l'area 2,70/75 euro. IL primo segnale di continuazione di questo trend era stato fornito dal titolo con la rottura del supporto statico, sempre a quota 2,75 euro, avvenuto nei primi giorni di giugno con il prezzo sceso fino al minimo relativo di 2,132 euro. Il successivo rimbalzo non è andato oltre i 2,73 e ha offerto l'occasione di testare ancora una volta la resistenza dinamica discendente. Nel report operativo della settimana scorsa, il numero 146 di lunedì 20 giugno 2016, si suggeriva di monitorare il titol Unicredit per aprire una posizione SHORT (vendita allo scoperto del titolo) in caso di ritorno del prezzo nell'area 2,70/75 euro, con stop loss sopra 2,80 euro e obiettivi ribassisti a 2,40 e poi 2,20 euro. Tale movimento è arrivato nella seduta di giovedì 23 giugno 2016, quando il prezzo ha toccato un massimo proprio nella mediana della forchetta indicata, a 2,73 euro, poi il risultato del referendum inglese, con la vittoria del fronte Brexit, ha fatto il resto. Il prezzo di Unicredit è precipitato sin dall'apertura di venerdì scorso segnando un ribasso di oltre il -20% a 2,104 euro, e anche oggi i valori si riducono ulteriormente cedendo la soglia psicologica dei 2,00 euro per azione e toccando minimi fin sotto 1,90, a 1,89 euro. Siamo in profitto lordo del +30,25% in sole tre sedute e a questo punto lasciamo cadere il più possibile il prezzo di Unicredit puntando a 1,80 euro e mettendo un take profit in caso di ritorno sopra quota 2,00, livello al quale bloccheremo comunque un profitto lordo minimo del +26,58%.
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