L'indice Ftse all-share banks, che rappresenta il settore delle società bancarie, si trova in una fase ribassista che va avanti dall'estate del 2015 e ha perso da allora circa il 50% del valore. I corsi si sono ridimensionati da 18500 punti a 9300 circa dello scorso febbraio, e dopo un tentativo di rimbalzo a marzo, che non è andato oltre quota 12600, hanno ripreso ad indebolirsi tornando a ridosso di 9300. L'ipercomprato su questo comparto è piuttosto forte e ben evidenziato dall'oscillatore stocastico in versione lenta, ma l'eventuale cedimento di 9300 potrebbe provocare un'ondata di vendite da panic selling con possibilità di un nuovo scivolone di 1000/1300 punti, cioè una perdita tra il -10,75% e il -14% dai livelli attuali. Al contrario la tenuta di 9300 farebbe pensare alla possibilità di un doppio minimo, configurazione che sarebbe completata solo con il successivo recupero dei 12600 punti. L'inversione della tendenza negativa di fondo è comunque ben lontana e decisamente prematura. L'eventuale discesa a ridosso di 8000/8300 punti andrebbe a creare delle opportunità di acquisto su questo settore soprattutto in chiave strategica, con un orizzonte temporale di riferimento di lungo termine. Quindi, operativamente, possibile tentare dei long ai livelli attuali, con stop loss stretto sotto i 9300 stessi e primo obiettivo 10200 punti, poi 10800. Sotto 9300 attendere l'area 8300 prima di impostare operazioni di acquisto sui titoli bancari, con stop loss 8000 e target 9300 punti.
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