giovedì 2 maggio 2013

Draghi alle strette tra una Fed ancora più espansiva e un euro sempre forte.

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La seduta odierna potrebbe essere caratterizzata dagli stessi toni bassi visti altrove poichè anche i trader in equity sono sulla soglia dello stesso nervosismo che da qualche settimana si registra sul comparto delle materie prime da quando il calo vistoso nei prezzi di rame e petrolio ha fatto scattare il campanello d’allarme su timori di diminuzione della domanda, rialzo delle scorte e dubbi sulla crescita. Questa mattina i dati sul PMI in Europa dovrebbero mostrare una situazione di lenta asfissia delle condizioni economiche del Vecchio Continente, ma tutti gli occhi sono puntati sulla riunione della Bce tanto che un’eventuale notizia di non tagliare i tassi dello 0,25 allo 0,50% come previsto sarabbe davvero una grossa sorpresa. D’altra parte Draghi non ha più angoli in cui rifugiarsi, stretto com’è tra una moneta unica al rialzo e una Fed ancor più accomodante (dopo che ieri ha detto di non escludere neppure un incremento dell’ammontare degli acquisti mensili, altro che uscita anticipata dal QE!), nonostante ormai sia chiaro anche ai muri che... (continua a leggere su Finanza Operativa)

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