Sono sostanzialmente due i punti emersi dall'ultima riunione del Fomc di ieri:
1) La politica monetaria espansiva della Fed terminerà con il mese di giugno.
2) Il tasso ufficiale di sconto verrà mantenuto basso, attorno allo 0,25%, per un periodo di tempo piuttosto esteso (ma non ben definito).
Il governatore Bernanke ha cercato di indorare la pillola sostenendo che l'economia a stelle e strisce mostra segni di ripresa, sebbene il recupero sia decisamente più lento di quanto previsto, e che la disoccupazione continua sì a crescere, ma ad un tasso inferiore ai precedenti. Sottrarre liquidità al mercato in questo difficile momento potrebbe determinare delle turbolenze soprattutto sull'equity, anche se il mantenimento dei tassi a livelli prossimi allo zero, e quindi un costo del denaro sostanzialmente inesistente, consentirebbe di evitare grossi problemi sui margin call (vedi analisi di ieri sul Margin Debt). La nostra impressione è che si navighi a vista, e che la temporanea interruzione della politica monetaria espansiva a fine giugno sarà una sorta di test, per verificare in che misura i mercati possano camminare con le proprie gambe dopo il massiccio intervento della banca centrale. Un responso negativo in questo senso porterebbe sicuramente a nuovi interventi (QE3) di sostegno ai mercati. C'è chi dice che il Quantitative Easing fase terza verrà già annunciato ad agosto, e che sarebbe già presente nell'agenda ufficiosa della Fed. Non si potrebbe spiegare in altro modo la tenuta degli indici americani, che hanno effettuato importanti verifiche del trend primario positivo proprio nelle scorse sedute. Sarà importante soprattutto monitorare la capacità di riassorbimento del debito USA da parte del mercato, senza ovviamente le stampelle della Fed. Così come resta di fondamentale importanza la variabile inflazione, che se dovesse sfuggire di mano avrebbe un impatto negativo sui tassi d'interesse.
dovranno dovremo inventarci qualcosa di nuovo forse iniziare a dire che è meglio crescere poco
RispondiEliminache crescere su palafitte di cartone come i subprime dobbiamo avere la forza di ripartire come negli anni 60 riportando la produzione nei paesi del G8 .......