giovedì 9 giugno 2011

Ftse MIB verso 20000 punti: qualcosa di più di un supporto psicologico.

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Il trend del Ftse MIB è decisamente peggiorato a partire dall'inizio di maggio, e l'indice ha ceduto in cinque settimane qualcosa come 2400 punti circa, che corrispondono ad un ribasso superiore al 10%. Se consideriamo lo stacco dei dividendi, che a maggio ha pesato per circa il 2% sul listino, otteniamo un -8,5%. Riprendiamo il grafico da un angolo visuale più ampio (in termini di orizzonte temporale) rispolverando la retta rialzista che costituisce una sorta di interpolazione della curva nel periodo maggio 2010-maggio 2011 (evidenziata in verde chiaro), che avevamo già evidenziato in altre analisi nelle scorse settimane. L'allontanamento dell'indice da tale retta, decisamente più ampio rispetto alla media degli altri "scarti", lascia pensare ad un esaurimento della fase moderatamente rialzista iniziata nel maggio 2010, che potrebbe lasciare il posto ad una nuova fase di medio orizzonte temporale più neutra. Significativo in questo senso anche l'attraversamento dall'alto verso il basso della media mobile a 200 giorni. La fase di trading range alla quale probabilmente andremo incontro nei prossimi mesi sarà delimitata verso l'alto da quota 21650 punti, e verso il basso dalla soglia psicologica dei 20000. Questo livello rappresenta anche un supporto dinamico che si ottiene unendo i minimi di maggio 2010 con il minimo relativo di novembre 2010, e rappresenta anche la base del trend negativo in atto da febbraio. La spinta ribassista di breve termine potrebbe dunque esaurirsi proprio a ridosso di quota 20000, considerando anche il forte ipervenduto venutosi a formare sui principali oscillatori leading: lo stocastico lento in particolare si trova su livelli dai quali sono sempre partiti significativi rimbalzi. Il cedimento di 20000 aprirebbe invece le porte per uno scenario più negativo, con spazi di discesa nel breve fino all'area 18800/19000 punti. In questo senso sono da monitorare attentamente titoli come Pirelli, ENEL, ENI, FIAT e Saipem, che se dovessero invertire la tendenza positiva di fondo (più neutra in realtà per ENI) potrebbero cadere preda delle prese di beneficio e unirsi al coro dei bancari, spingendo l'indice verso i valori suddetti.

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