In un arco temporale di
quarantasei mesi, dal giugno 2013 al 8 maggio 2017, le operazioni long/short sui titoli azionari italiani
appartenenti al paniere Ftse Mib, hanno generato una performance lorda del +157,8% sovraperformando nettamente
il benchmark di riferimento
sottostante, l'indice Ftse Mib, che ha realizzato nello stesso periodo una crescita
del 22,4% (+5,84% lordo su base annua). Il 6 marzo 2017 la performance totale lorda aveva toccato il +162% circa 44,2% su base annua), e ha dunque subìto una battuta d'arresto nei mesi di marzo e aprile 2017 segnando una flessione del -4,2%. Nulla di preoccupante considerato che questi lievi arretramenti della equity line sono da ritenersi fisiologici, e che la metodologia ha sempre restituito ogni anno una performance lorda a doppia cifra superiore al +20%.
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Le operazioni
profittevoli sono state il 43,11% del totale, mentre quelle in perdita sono
state il 56,89%. Ciò che ha fatto la differenza è il profitto medio per le operazioni positive che è stato pari al +5,92%,
a fronte di una perdita media delle operazioni negative del -2,04%, un ratio pari a 2,9 (ogni singola
operazione positiva ha generato un profitto
medio pari a circa tre volte la perdita media generata da ogni singola
operazione negativa).
Il massimo numero di
operazioni consecutive in perdita è stato pari a nove operazioni, verificatesi nel
febbraio del 2016, con una perdita sul capitale pari al 4,54%, mentre il massimo drawdown è stato pari al -6,61%
e si è verificato tra il 16 aprile e il 7 luglio 2015, quando la valorizzazione
è passata da +79,18% a +72,57%. Il numero delle operazioni long
(acquisto) effettuate, 484 su 689 (70,25%), prevale nettamente su quelle short
(vendita allo scoperto), 205 su 689 (29,75%). Interessante notare che, tra i
long, la percentuale di operazioni profittevoli sale notevolmente: 45,87% di
positive contro il 54,13% di negative, mentre tra quelle di vendita allo
scoperto (short) le negative sono il 63,9% contro un 36,1% di positive.
Altra nota di
rilievo che emerge dall'analisi del track record è il raffronto tra la
performance del portafoglio azionario e il benchmark durante le fasi di
correzione dell'indice Ftse Mib. Ci sono state sei fasi di correzione
nel periodo considerato: le due di breve periodo tra la fine di ottobre e la
metà di dicembre 2013, e tra l'inizio di aprile e la seconda metà di maggio
2014; e quella di medio periodo avvenuta tra l’inizio di giugno 2014 e il
gennaio 2015. Nella prima fase l’indice Ftse Mib è sceso da +10% a +1,42%,
mentre il portafoglio è salito da +15,4% a +21,3%. Nella seconda il Ftse Mib è
sceso da +26,6% a +16,05%, mentre il nostro portafoglio è salito dal +35,3% al
+39,3%. Nella terza il Ftse Mib è sceso da +28,8% a +3,52%, mentre il portafoglio
è salito ancora dal +39,15% al +53,35%. Nelle altre due correzioni
verificatesi nell’estate 2015 provocate dai fattori esogeni “crisi greca e
cinese” con l’indice Ftse Mib passato da +35,95% a +19,7% (giugno) e da +36,9%
a +16,8% (agosto), il nostro portafoglio ha mantenuto una performance costante
attorno a +75%, che è salita a +86,33% alla
fine di novembre 2015. La sesta fase di correzione è quella iniziata da
novembre/dicembre 2015 e proseguita nei primi sei mesi del 2016. In tale
periodo l'indice Ftse Mib ha perso oltre il -34,2%, mentre le operazioni
indicate nel report operativo hanno continuato a realizzare performance
positive con la valorizzazione del
portafoglio salita dal +85,83% di inizio dicembre 2015 al +116,36% di luglio
2016. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’attento stock
picking sui titoli e all'utilizzo complementare degli short a fianco dei long,
che consente di sfruttare anche le fasi di ribasso per incrementare la performance
totale del nostro portafoglio azionario.
Se sei interessato al "Report Operativo Ftse Mib" manda una mail: piersolda@libero.it
Se sei interessato al "Report Operativo Ftse Mib" manda una mail: piersolda@libero.it
Il track record completo delle
operazioni è disponibile a questo link: track record
NB: Le performance si considerano al LORDO delle commissioni di negoziazione, che variano a seconda del broker di riferimento, della tassa sulle transazioni finanziarie - cosiddetta Tobin Tax, dell'imposta di bollo sugli strumenti finanziari, e ovviamente della tassa sul capital gain (attualmente al 26%), oltre ad ogni eventuale costo strettamente inerente al broker. Le performance sono invece al NETTO dello slippage, che è già compreso nei prezzi di apertura e chiusura delle singole posizioni. Inoltre: La performance è calcolata tenendo conto che in ogni singola operazione è stato investito il 10% dell'intero capitale disponibile. Gli utili realizzati nelle singole operazioni si considerano reinvestiti nelle operazioni successive, cioè la size impiegata nel singolo trade viene aumentata (diminuita) di volta in volta che si realizzano gli utili (le perdite) sulle operazioni precedenti. Ad esempio: partendo da un capitale di 100000 (centomila) euro si investiranno 10000 euro nella prima operazione; supponendo di realizzare un gain lordo del +10% il capitale di riferimento passerà a 101000 euro, quindi la size per l'operazione successiva sarà di 10100 euro. Al contrario, se si prende lo stop loss e si realizza una perdita del -3%, la size da impiegare nell'operazione successiva sarà pari a 9970 euro.
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