Dall’inizio del 2016 alla metà di luglio 2016 le
operazioni (long/short) sui titoli azionari italiani a larga capitalizzazione appartenenti
al paniere Ftse Mib, suggerite nel report operativo settimanale, hanno generato
una performance lorda positiva pari al +17,35%.
Questo risultato è nettamente migliore rispetto al benchmark di riferimento (indice
Ftse Mib) che dall’inizio dell’anno ha perso il -19,22%.
In un arco temporale di
tre anni e un mese le operazioni long/short sui titoli azionari italiani
appartenenti al paniere Ftse Mib, hanno generato una performance lorda del +116,36% (corrispondente a un +37,74% su base annua) sovraperformando nettamente
il benchmark di riferimento
sottostante, l'indice Ftse Mib, che ha accusato nello stesso periodo una
perdita del -4,33%.
Passiamo ad analizzare i dettagli del track record, precisando che tutte le operazioni NON sono state effettuate
sulla base di un trading system
(sistema automatico/meccanico di trading), ma tramite una METODOLOGIA di trading di tipo DISCREZIONALE basata
prevalentemente su valutazioni personali con l'ausilio dell'analisi
tecnica/quantitativa affiancata da strumenti di natura fondamentale. Tutte le
singole operazioni sono state indicate nei report operativi settimanali, oppure
direttamente tramite gli aggiornamenti infrasettimanali del blog e/o del
profilo twitter, specificando chiaramente i livelli di entrata/acquisto e/o
uscita/vendita allo scoperto, i livelli di stop loss, i livelli obiettivo su
due target principali. L'esposizione
su ogni singola operazione è stata pari al 10% del capitale totale (su
un ipotetico capitale di centomila euro l'esposizione massima sulla singola
operazione è di diecimila euro, che aumenta progressivamente all'aumentare del
capitale), mentre la durata media di ogni singola operazione è stata di circa 7
giorni per una frequenza operativa di dieci operazioni ogni quindici sedute di
borsa.
Le operazioni
profittevoli sono state il 42,72% del totale, mentre quelle in perdita sono
state il 57,28%. Ciò che ha fatto la differenza è il profitto medio per le operazioni positive che è stato pari al +6,27%,
a fronte di una perdita media delle operazioni negative del -2,04%, un ratio superiore al rapporto di 3 a 1 (ogni
singola operazione positiva ha generato un profitto
medio pari a più di tre volte la perdita media generata da ogni singola
operazione negativa).
Il massimo numero di
operazioni consecutive in perdita è stato pari a nove operazioni, verificatesi nel
febbraio del 2016, con una perdita sul capitale pari al 4,54%, mentre il massimo drawdown è stato pari al -6,61%
e si è verificato tra il 16 aprile e il 7 luglio 2015, quando la valorizzazione
è passata da +79,18% a +72,57%. Il numero delle operazioni long
(acquisto) effettuate, 365 su 515 (70,87%), prevale nettamente su quelle short
(vendita allo scoperto), 150 su 515 (29,13%). Interessante notare che, tra i
long, la percentuale di operazioni profittevoli sale notevolmente: 44,66% di
positive contro il 55,34% di negative, mentre tra quelle di vendita allo
scoperto (short) le negative sono il 64,00% contro un 36,00% di positive.
Se sei interessato al Report
Operativo settimanale di
consultando attentamente il DISCLAIMER
NB: La performance è calcolata tenendo conto che in ogni singola
operazione è stato investito il 10% dell'intero capitale disponibile. I livelli
di stop loss sulle posizioni si considerano rigidi e rigorosamente
applicati. I livelli di profitto vengono consolidati seguendo una tecnica di
tipo "trailing profit". Le performance si
considerano al LORDO delle
commissioni di negoziazione, che variano a seconda del broker di
riferimento, della tassa sulle transazioni finanziarie - cosiddetta Tobin
Tax, dell'imposta di bollo sugli strumenti finanziari (0,20%) e
ovviamente della tassa sul capital gain, oltre ad ogni eventuale
costo strettamente inerente al broker. Le performance sono invece al NETTO dello slippage, che è già compreso nei prezzi di
apertura e chiusura delle singole posizioni.
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