martedì 22 marzo 2016

Pericoloso rising wedge per l'indice S&P500.

L'indice S&P500 aveva accusato un forte ridimensionamento tra la fine di dicembre 2015 e le prime tre settimane dell'anno, quando i valori erano passati dai 2080 ai 1812 punti (minimo relativo intraday del 20 gennaio) registrando una performance negativa del -12,9% circa in meno di un mese. Il primo tentativo di recupero si era fermato poco sotto i 1950 punti all'inizio di febbraio (1947 punti massimi relativo realizzato), e la curva ha poi testato nuovamente il precedente minimo di gennaio, ritoccandolo lievemente a 1810 punti, nella seduta del 11 febbraio. La marubozu white candle del 1° marzo ha portato le quotazioni stabilmente sopra 1950 punti, e si è completato così un doppio minimo di breve periodo che avrebbe come proiezioni teoriche al rialzo i 2090 punti. Le serie di massimi e minimi crescenti a partire dal minimo relativo del 11 febbraio hanno formato un rising wedge (classica configurazione tecnica che solitamente prelude ad un corposo ribasso) che potrebbe esaurirsi proprio a ridosso dei 2053 punti. Da questo livello passa infatti la resistenza dinamica moderatamente ribassista che unisce tutti i massimi relativi decrescenti a partire dal novembre del 2015. E' possibile inoltre rilevare una situazione di forte ipercomprato che persiste, sull'oscillatore stocastico in versione lenta, dall'inizio del mese di marzo e che potrebbe diventare insostenibile per le sedute dei prossimi giorni. L'eventuale arretramento dell'indice S&P500 sotto quota 2040 andrebbe a confermare questa ipotesi favorendo le prese di beneficio e una conseguente correzione di riaggiustamento verso 2025 e poi sulla soglia psicologica dei 2000 punti. Sotto 2000 si aprirebbero altri spazi di ribasso fino a 1950 punti, che resta il livello di guardia da monitorare per la ripresa della fase negativa di medio periodo. Al contrario, la permanenza sopra 2040 e il superamento di 2053 potrebbero spingere ancora le quotazioni dell'azionario americano verso l'alto con obiettivi a 2077 e poi 2105 punti, ma in questo secondo caso i rischi di una successiva repentina correzione si farebbero sempre più probabili.

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