venerdì 3 aprile 2015

Report Operativo, aggiornato il track record: a marzo 2015 la performance sale al +75,96%.



In un arco temporale di VENTUNO MESI le operazioni effettuate sui titoli azionari italiani appartenenti al paniere Ftse Mib, hanno generato una performance lorda del +75,96% sovraperformando nettamente il benchmark di riferimento, l'indice Ftse Mib, che ha realizzato nello stesso periodo un rialzo del +31,28%.



La performance è calcolata tenendo conto che in ogni singola operazione è stato investito il 10% dell'intero capitale disponibile. I livelli di stop loss sulle posizioni si considerano rigidi e rigorosamente applicati. I livelli di profitto vengono consolidati seguendo una tecnica di tipo "trailing stop". Le operazioni contrassegnate da un asterisco sono caratterizzate dalla distribuzione di un dividendo, da un aumento di capitale a titolo gratuito, o da altre operazioni che hanno comportato la rettifica del prezzo di acquisto originario. Le performance si considerano al lordo delle commissioni di negoziazione, che variano a seconda del broker di riferimento, della tassa sulle transazioni finanziarie - cosiddetta Tobin Tax , dell'imposta di bollo sugli strumenti finanziari (0,20%) e ovviamente della tassa sul capital gain, oltre ad ogni eventuale costo strettamente inerente al broker.

Passiamo ad analizzare i dettagli del track record, precisando che tutte le operazioni NON sono state effettuate sulla base di un trading system (sistema automatico/meccanico di trading), ma tramite una METODOLOGIA di trading di tipo DISCREZIONALE basata prevalentemente su valutazioni personali con l'ausilio dell'analisi tecnica/quantitativa affiancata da strumenti di natura fondamentale. Tutte le singole operazioni sono state indicate nei report operativi settimanali, oppure direttamente tramite gli aggiornamenti infrasettimanali del blog e/o del profilo twitter, specificando chiaramente i livelli di entrata/acquisto e/o uscita/vendita allo scoperto, i livelli di stop loss, i livelli obiettivo su due target principali. L'esposizione su ogni singola operazione è stata pari al 10% del capitale totale (su un ipotetico capitale di centomila euro l'esposizione massima sulla singola operazione è di diecimila euro, che aumenta progressivamente all'aumentare del capitale), mentre la durata media di ogni singola operazione è stata di circa 8 giorni per una frequenza operativa di dieci operazioni ogni diciassette sedute di borsa.



Le operazioni profittevoli sono state il 46,03% del totale, mentre quelle in perdita sono state il 53,97%. Ciò che ha fatto la differenza è il profitto medio per le operazioni positive che è stato pari al +7,09%, a fronte di una perdita media delle operazioni negative del -1,54%, un ratio di 4,60 a 1 (che sta a significare che ogni singola operazione positiva ha generato un profitto medio pari a oltre quattro volte e mezzo la perdita media generata da ogni singola operazione negativa).

Il massimo numero di operazioni consecutive in perdita è stato pari a sei operazioni, mentre il massimo drawdown è stato pari al -1,69%. Il  numero delle operazioni long (acquisto) effettuate, 166 su 252 (il 65,87%), prevale nettamente su quelle short (vendita allo scoperto), 86 su 252 (il 34,13%). La scelta è dipesa dal fatto che il mercato azionario italiano ha attraversato una fase neutro-positiva a partire dal giugno 2013, e una positiva di breve periodo da gennaio 2015. Sono state quindi privilegiate le operazioni in acquisto. Interessante notare che, tra le posizioni in acquisto (long), la percentuale di operazioni profittevoli sale notevolmente: 53,61% di positive contro il 46,39% di negative, mentre tra quelle di vendita allo scoperto (short) le negative sono il 68,6% contro un 31,4% di positive. Questo conferma che in un trend primario rialzista l'operatività long (acquisto di titoli) è decisamente più premiante rispetto a quella short (vendita allo scoperto di titoli). 

Altra nota di rilievo che emerge dall'analisi del track record è il raffronto tra la performance del portafoglio azionario e il benchmark durante le fasi di correzione dell'indice Ftse Mib. Ci sono state tre fasi di correzione negli ultimi venti mesi: le due di breve periodo tra la fine di ottobre e la metà di dicembre 2013, e tra l'inizio di aprile e la seconda metà di maggio 2014; e quella di medio periodo avvenuta tra l’inizio di giugno 2014 e il gennaio 2015. Durante la prima fase la performance dell'indice Ftse Mib era scesa da +10% a +1,42%, mentre quella del portafoglio è salita da +15,4% a +21,3%. Durante la seconda fase la performance del Ftse Mib era scesa da +26,6% a +16,05%, mentre il nostro portafoglio ha continuato a salire dal +35,3% al +39,3%. Nella terza fase (giugno ‘14 – gennaio ‘15) il Ftse Mib è sceso da +28,8% a +3,52%, mentre il portafoglio è salito ancora dal +39,15% al +53,35%. Questo ottimo risultato è stato ottenuto grazie all’attento stock picking sui singoli titoli del paniere Ftse Mib e all'utilizzo complementare dell'operatività short a fianco di quella long, che consente di sfruttare anche le fasi di ribasso del mercato per incrementare le performance e ottenere così un risultato decisamente migliore rispetto al benchmark di riferimento. 



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