martedì 7 giugno 2011

Dow Jones verso i 12000 punti, S&P500 in ritirata sotto 1300. Non facciamone un dramma.

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Ci siamo. Il pesante engulfing bearish della prima seduta di giugno ha dato i suoi effetti sui mercati azionari americani. Se lo scenario è mutato da positivo a neutro in un orizzonte temporale di medio termine, non si può certo affermare che ci troviamo di fronte ad un'inversione di tendenza negativa o, ancora peggio, ad un sell off che dovrebbe presumibilmente colpire il comparto dell'equity nelle settimane a venire. La correzione è marcata, e l'equity americano segna il passo: ci ritroviamo praticamente sui livelli di febbraio e tutti coloro che avessero aperto posizioni lunghe in quel periodo, puntando sulla prosecuzione decisa del rialzo dei corsi azionari, si ritroverebbero oggi con un sostanziale pari e patta. Personalmente non credo in un'inversione di tendenza secca, quanto piuttosto in un riaggiustamento del mercato dopo due anni di rialzo continuato. Il discorso resta circoscritto all'azionario a stelle e strisce, poichè il mercato italiano (così come altri) fa testo a sè, e sarà destinato con buona probabilità ad un andamento divergente rispetto all'indice S&P500 e al Dow Jones, anche nei prossimi mesi. Dato che con le previsioni non si va da nessuna parte, come ho sempre ripetuto più volte, rientriamo nell'alveo prettamente tecnico. Sia il Dow Jones che l'S&P500, evidenziano quattro candele rosse (o nere) consecutive, una sequela negativa che non si vedeva da parecchio tempo. In particolareil Dow Jones è uscito al ribasso dal trend secondario che lo sosteneva dall'inizio di settembre 2010, e si avvia ormai al test della soglia psicologica dei 12000 punti. Il livello di forte ipervenduto, rilevabile anche sugli oscillatori leading più lenti, dovrebbe determinare il ritorno del denaro nella fascia 12000/100 con probabile formazione di un classico pullback tecnico sotto la base del canale rialzista a 12300 punti. Tale movimento potrebbe svilupparsi nell'arco di 4/6 sedute prima della ripresa della fase discendente di breve termine. La rottura immediata di 12000 potrebbe provocare qualche ondata di vendite, e in questo caso si prospetterebbe un veloce test della base del trend primario rialzista, a quota 11800 punti (linea verde sul grafico). Verso l'alto i tentativi di ripresa del trend positivo verranno contenuti con buona probabilità nell'area 12430/500. Decisamente peggiore il movimento dell'S&P500, che con la rottura di 1294 è andato a negare la formazione di head & shoulders rovesciato, che se fosse stata confermata avrebbe implicato la continuazione del trend positivo. A questo punto l'indice potrebbe andare in caduta libera fino a 1250 punti, con intermedio a 1274, per intercettare e verificare la media a 200 giorni, poco sopra la base del trend primario positivo ancora in essere. Prima del test dei 1250 si potrebbe assistere ad una reazione sui 1274, con pullback di verifica nell'area 1294/300. L'area di contenimento di nuovi tentativi di ripresa del trend positivo è fissata tra 1300 e 1310 punti. Lo scenario di fondo rimane dunque positivo, ma nel medio orizzonte temporale gli indici hanno virato verso la neutralità. Di conseguenza i prossimi mesi potrebbero essere caratterizzati da un andamento di nervoso sali-scendi in un trading range delimitato nell'area 11800/12500 punti di Dow Jones, e nell'area 1250/1310 di S&P500. Tale fase non rappresenterebbe altro che il consolidamento del precedente movimento di rialzo partito nel marzo del 2009.

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